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LE SCUOLE E GLI EBREI (*)
di Piero Morpurgo 

La ‘qualità’ della razza

La politica razziale si annuncia così con una progressione inquietante; difatti le leggi del 1938 erano state precedute da una miriade di ‘piccoli’ provvedimenti che facevano intuire la sciagura: nel 1937 venivano proibite le relazioni di tipo coniugale con gli abitanti dell’ Africa colonizzata dalle truppe fasciste. Al tempo stesso Giuseppe Bottai intervenne per difendere la qualità della razza italiana che "deve essere tutelata da ogni pericolosa contaminazione di sangue".

Si raccoglievano così i prodotti di una politica iniziata nel 1926 quando venne creato l’Istituto centrale di statistica (Istat) che con la sua struttura costituì una sorta di superministero che aveva l’obbiettivo di sviluppare l’ideologia demografica mussoliniana. Qui si comprende come il fascismo stesse elaborando una politica apertamente razzista; non fu un caso che a dirigere l’Istat fu messo quel Corrado Gini che -nel 1911- aveva esaltato la superiore intelligenza degli italiani di Trieste impegnati nella "diuturna lotta contra la minacciosa invadenza degli Slavi". Lo scienziato -dimentico delle precedenti affermazioni- dichiarò nel 1931 che l’elevato livello di fecondità nel Veneto era dovuto alla mescolanza di sangue con gli Slavi e questa tesi gli costò l’accusa di antifascismo !. Tuttavia non si sminuiva quella linea che perseguiva il rafforzamento della razza; anzi Gini - sempre nel 1931- predispose una scheda antropometrica destinata a raccogliere dati qualitatitivi relativi alle famiglie. La scheda ‘biotipologica’ era stata teorizzata da Nicola Pende e da altri scienziati che sostennero la politica antisemita del governo fascista. Ogni settore della cultura fu investito da un’ondata di razzismo antisemita che colpì persino quel futurismo di Marinetti che aveva esaltato le ‘mascelle quadrate stritolatrici’ di Mussolini; infatti mentre viene diffuso il manifesto sulla razza si organizza una violenta campagna contro l’arte moderna che, riprendendo la battaglia contro l’ "arte degenerata" del nazismo, veniva definita ebraica e bolscevica.

 

(*) Tratto dal libro, Le Scuole e gli Ebrei di Piero Morpurgo, di prossima pubblicazione. L'articolo è stato pubblicato su Educazione e scuola alla pagina http://www.edscuola.com/archivio/didattica/scuolebrei.html

 

  

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