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LE SCUOLE E GLI EBREI (*)
di Piero Morpurgo 

Per gli ebrei

A questo proposito fu sempre Zola ad aver pronunciato parole efficaci nel suo saggio Per gli ebrei ove l’intellettuale francese scriveva agli antisemiti: "state per organizzare le persecuzioni, riprendete a predicare una nuova guerra santa perché gli ebrei siano braccati, derubati, messi in catene... voi siete più di duecento milioni mentre gli ebrei arrivano appena a cinque milioni e voi gridate al terrore, che coraggio avete, che coraggio organizzare le guerre contro una piccola minoranza, non avete capito che il giorno che farete in modo che l’ebreo sia come noi lui sarà nostro fratello. Cambiate tattica, aprite le braccia, realizzate l’eguaglianza sociale, abbracciate gli ebrei, arricchiamoci delle loro qualità, cessate i confronti razziali con l’unità delle genti.

Noi dobbiamo distruggere le frontiere, sognare la comunità dei popoli, l’incontro delle religioni per aiutare tutti ad uscire dalla miseria del vivere quotidiano. Ma se qualcuno seguirà quel manipolo di imbecilli o di ipocriti che ogni mattino grida ‘ammazziamo gli ebrei, massacriamo, sterminiamo’...".

Allora -scriveva Zola- accadrà qualcosa che non potrà essere più abominevole.

Era il 1896 ed è accaduto nel 1938 in Italia e quel che è accaduto è stato preparato con cura e per tempo, almeno dal 1926.

Inesorabile fu l’applicazione delle leggi: non stupiscono le reazioni umane, ma indigna l’eccesso di zelo e l’accanimento persecutorio: il 5 settembre 1938 l’archivista fiorentina Anna Maria Enriques fu tra i primi cittadini italiani ad essere dispensata dal servizio e privata dello stipendio; al tempo stesso Pietro Fedele, Presidente dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, rifiutò di pubblicare l’edizione delle Carte del monastero di S. Maria di Firenze perché la curatrice ‘era ebrea’ benché si sapesse che aveva aderito al Movimento cristiano-sociale. Ben presto la Enriques prese parte alla Resistenza e fu poi fucilata dalla Gestapo il 12 giugno 1944 dopo esser stata torturata. Isa Lori Sanfilippo assieme a Raoul Manselli ritrovarono le carte dell’archivista che furono pubblicate -nel 1990- cinquantanni dopo la loro stesura. Questo lasso di tempo indica le dimensioni della ferita inferta a tutta la cultura italiana. Anna Maria Enriques era nipote di Federigo Enriques e cugina dei Castelnuovo, dei Franchetti, dei Morpurgo; si trattava di un gruppo familiare che era molto legato ai fratelli Rosselli e ai Volterra.

 

(*) Tratto dal libro, Le Scuole e gli Ebrei di Piero Morpurgo, di prossima pubblicazione. L'articolo è stato pubblicato su Educazione e scuola alla pagina http://www.edscuola.com/archivio/didattica/scuolebrei.html

 

  

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