bibliolab

chi siamo attività e news la biblioteca laboratorio di lettura


mappa del sito

giochi multimedia e web laboratorio di storia laboratorio accadueo
 
LABORATORIO DI STORIA > materiali didattici > lezioni > la propaganda antiebraica > le scuole e gli ebrei 
 
fare storia in Laboratorio
gli interventi degli esperti
i percorsi didattici
materiali didattici
Bibliolab:
la caccia al tesoro
le sitografie
Forum docenti
Forum studenti

LE SCUOLE E GLI EBREI (*)
di Piero Morpurgo 

Scuole professionali finanziate da comunità israelitiche

E’ sulla base di questi dati che, a fronte di un analfabetismo che in Italia -nel 1901- era del 48,7 %, appare del tutto innovativo il programma d’esame delle scuole professionali fiorentine "Pietro Dazzi" che prevedeva "Una prova scritta ed orale per l’italiano pel francese, per l’inglese, pel tedesco, per l’aritmetica e per la geometria; mentre per la storia, geografia, la computisteria, la fisica, la chimica, la storia naturale, si fa la prova orale soltanto, e per la calligrafia il solamente il saggio grafico"; inoltre nelle classi di disegno era previsto un apposito saggio che era valutato tenendo conto delle opere svolte nell’anno scolastico e così pure nelle classi professionali si giudicava l’acquisizione delle competenze professionali.

Inoltre l’esito dell’esame era comunicato all’istante -circostanza su cui oggi si esita- e prevedeva diverse possibilità: una licenza con la media di 9/10, un certificato d’onore con 8/10, un attestato con 6/10. A questi programmi collaborò l’ Istituto Israelita d’Arti e Mestieri di Firenze, senza chiedere una qualsiasi impronta confessionale, con quella stessa generosità di intenti che aveva portato l’ Alliance Israélite Universelle ad assicurare ai bimbi ebrei una scolarità regolare sviluppando -tra il 1862 e il 1910- una vasta rete di scuole in tutti i paesi che si affacciavano sul Mediterraneo.

La consapevolezza dell’importanza di innalzare i livelli di istruzione dei cittadini fu una costante del mondo ebraico e quando si costituì lo stato di Israele fu avviato un programma per ottenere una convergenza dei livelli di istruzione tra gli ebrei di origine afro-asiatica e quelli di provenienza europea-americana arrivando a ridurre considerevolmente il divario formativo e riuscendo a far in modo che quasi tutti i cittadini di Israele all’inizio degli anni ‘90 completassero la scuola secondaria superiore.

Questo sostegno all’istruzione primaria e secondaria era una tradizione già ben radicata nell’Italia che tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento aveva indirizzato i lasciti degli ebrei perché fosse favorita l’istituzione di scuole per tutti i bambini e in particolare per i poveri: a Torino, Vercelli e Asti furono aperti numerosi istituti alcuni dei quali con sezioni per i ‘non -ebrei’ e molte di queste aperture possono essere ricondotte a Moses Mendelssohn (1729-1786).

Tutte queste direttrici di politica scolastica spiegano perché l’ostilità contro gli ebrei non possa essere interpretata come un semplice fenomeno di dissenso religioso o come la mera rappresentazione di uno scontro tra modelli economici.

 

(*) Tratto dal libro, Le Scuole e gli Ebrei di Piero Morpurgo, di prossima pubblicazione. L'articolo è stato pubblicato su Educazione e scuola alla pagina http://www.edscuola.com/archivio/didattica/scuolebrei.html

 

  

LABORATORIO DI STORIA > materiali didattici > lezioni > la propaganda antiebraica