Che cos'è
una
fonte |
Come dicevamo prima, il passaggio dell'uomo
sulla terra lascia innumerevoli tracce nell'ambiente che ci circonda,
tracce scritte, come documenti d'archivio, letteratura, scritture personali
come i diari o le lettere, ma anche immagini, trasformazioni dell'ambiente,
produzioni culturali (dai libri, ai film, ai palazzi) oggetti, ricordi e
racconti. Tutte queste tracce sono fonti potenziali a disposizione dello
storico ed è il suo selezionarle per ricostruire il passato che le
trasforma in vere e proprie fonti, ovvero in strumenti per il suo
lavoro. |
CONSIGLI UTILI
Conoscere la tipologia delle fonti |
Esistono
diversi modi per classificare una fonte.Possiamo dividere le fonti in due
grandi gruppi:
-
le fonti
di diritto pubblico
-
le fonti
di diritto privato
Al primo
gruppo appartengono le leggi, le circolari, gli atti e la corrispondenza
da parte dello Stato, degli enti pubblici e dei notai (gli archivi delle
scuole o quelli dei comuni, o i dati Istat, ad esempio).
Il secondo gruppo si divide in una serie di
sottocategorie:
-
fonti
visive (arti visive, fotografie, film, documentari, programmi televisivi,
ecc.)
-
fonti
sonore (musica, registrazioni radio ecc.)
-
fonti
orali (testimonianze dirette)
-
fonti
scritte che, a loro volta, si suddividono in diverse
tipologie
-
scritti
inediti (corrispondenze, diari ecc.)
scritti
editi, che includono tutto quello che esiste di pubblicato e che quindi si
suddividono in ulteriori sottocategorie (letteratura, giornali, saggistica
ecc).
Ci sono poi le tracce involontarie, quelle cioè che non sono nate
con intenti comunicativi ma che pure è possibile interpretare: gli
oggetti, la struttura delle abitazioni (le fonti materiali), le trasformazioni
dell'ambiente, i sistemi di lavoro, gli usi e i costumi ecc.
Ciascun tipo di fonte, naturalmente, ha il suo linguaggio e i suoi limiti
che bisogna conoscere per essere in grado di utilizzarla senza rischiare
travisamenti o errori. |
conoscere le regole per
analizzare le fonti |
E' necessario pertanto tornare in biblioteca
per cercare
i saggi fondamentali sull'uso delle fonti che vuoi utilizzare.
Di solito si tratta di saggi non troppo lunghi, di lettura non facilissima,
perché sono di opere rivolte ad altri specialisti del settore, ma
non impossibili da affrontare anche perché le teorie spesso sono
accompagnate da esemplificazioni d'uso. D'altra parte nessuno pretende da
te che diventi uno specialista nell'uso di questi linguaggi: questa lettura
ti serve solo per evitare ingenuità o interpretazioni
distorte. |
CONSIGLI UTILI
Qualche regola e qualche esempio |
Come dicevamo sopra, ogni fonte parla rispetto alle
domande che il ricercatore le pone. Tuttavia non è possibile rivolgere
le stesse domande a tutte le fonti, né si può mai essere
assolutamente certi della correttezza della risposta. La risposta dipende
infatti dalla capacità di analisi di chi interroga e dalla ricchezza
della documentazione che ha a disposizione.
Proviamo a darti qualche avvertenza metodologica, tieni conto però
che solo i saggi specialistici, o una supervisione esperta da parte del tuo
insegnante, o anche da parte nostra, se vorrai, potrà garantirti la
necessaria correttezza metodologica.Innanzi tutto devi considerare che
nessuna fonte è oggettiva: tutte le fonti rappresentano la
realtà in base ai criteri di chi ha prodotto quel messaggio.
Prendiamo ad esempio la testimonianza orale, come anche il diario
o qualsiasi fonte che si basa sulla memoria per ricostruire gli eventi.
E' evidente che la rappresentazione che offre sarà filtrata dalla
capacità di ricordare del soggetto, dal modo in cui questi ricordi
si connettono con la sua vita e con le altre sue esperienze, dal tipo di
autorappresentazione che vuole dare di sé nel presente, dalle convinzioni
che lo animano e dalla sua idea del mondo. Si tratta quindi di una fonte
da maneggiare con estrema cautela e che va verificata intrecciandola con
altre (non ti puoi basare solo su interviste se vuoi, ad esempio, conoscere
l'impatto che l'emigrazione dal sud ha avuto su Asti negli anni '60; dovrai
anche leggere i giornali dell'epoca e ricavarti i dati precisi sull'entità
del flusso migratorio per verificare e completare il quadro).
Anche fonti che sembrano in apparenza più oggettive hanno bisogno
di essere trattate con le dovute cautele. Gli stessi giornali appena citati
presentano i fatti in base alle scelte editoriali di chi li pubblica e del
modo di vedere di chi ci scrive: ti basterà confrontare due testate
di uno stesso giorno per osservare come cambi anche solo la gerarchia della
presentazione delle notizie.
Allo stesso modo il documentario o la fotografia nascono da un occhio che
riprende la realtà e che quindi la seleziona e la monta a partire
dal suo punto di vista.Insomma la prima regola di un buon ricercatore è:
non fidarsi e controllare qualsiasi fonte attraverso altre fonti.
Rifletti poi su un altro aspetto del tuo lavoro sulle fonti: il tuo obiettivo
non è solo raccogliere informazioni, ma anche valutarne la
credibilità e il significato, tenendo conto anche degli obiettivi
dell'emittente e delle convenzioni interne al documento che stai esaminando
(un articolo di giornale, ad esempio, ha una struttura e delle regole
compositive, e questo vale anche per un romanzo o per un film o per qualsiasi
altra fonte). |