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Alberto De Bernardi, Le rilevanze storiografiche del '900

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LA STORIA GENERALE, UN OGGETTO AMBIGUO

La storia insegnata è una stranissima costruzione culturale. Non è infatti una "storia universale", in quanto nasce da un enorme processo di selezione dei contenuti, che risponde a criteri facilmente individuabili: è una storia eurocentrica e soprattutto centrata sulla nazione, sulla formazione della nazione italiana. A scuola abbiamo studiato tutti i padri della patria e anche i personaggi minori del Risorgimento, episodi di per sé trascurabili ma che avevano un senso come tappe della formazione della nazione. Dietro questo c'era un percorso culturale che partiva dal mondo greco (nel quale si individuavano le radici della civilizzazione europea e italiana) e arrivava fino a noi: un percorso culturale che è un disegno identitario, e che del resto si riproduce anche in altre materie, ad esempio in storia dell'arte (che comincia ad Atene), o in letteratura. Ci sono poi le innovazioni storiografiche, per cui studiamo l'economia, che trent'anni fa non si studiava, e oggi anche la storia della famiglia, la demografia, la questione ambientale, che però vengono inserite su un impianto nato per altre finalità di tipo pedagogico, formativo, ideologico. Queste finalità si sono stratificate fino a produrre questo straordinario oggetto, che io definirei un ircocervo nella sua concezione, che si chiama storia generale, e che ha un suo punto di arrivo concettuale: la fine della storia generale è la prima guerra mondiale, perché lì finisce la storia della nazione, secondo la concezione, ereditata da Salvemini, della prima guerra mondiale come conclusione dell'unità d'Italia.
Dopo , si entra in un mondo crocianamente inteso come attualità, con il quale quindi la storia ha poco a che fare. Per Croce infatti, se tutta la storia è sempre storia del presente, è vero altresì che è necessaria una "distanza" che il tempo pone tra il passato e lo studioso: distanza che egli quantificava più o meno in cinquant'anni. A complicare ulteriormente le cose, dentro a quei cinquant'anni c'era il fascismo, ovvero (ancora secondo Croce) "I'invasione degli Hyksos": fascismo che comunque, Croce a parte, è ancora oggetto di dibattito sul piano storiografico circa i suoi nessi con la storia italiana.


 

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