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Il boom degli anni '60

  di Grazia Bologna

IL LAVORO

Un altro indicatore di rilievo della trasformazione dalle nuove modalità di organizzazione del lavoro, caratterizzata soprattutto dai ritmi produttivi della grande industria.
Anche in questo caso è utile il confronto tra le rappresentazioni del nuovo mondo del lavoro, segnato dallo straniamento dalla velocità e dall'alienazione, e il periodo precedente, quando lo sfruttamento e l'abbrutimento erano la caratteristica dominante, e diverse erano, di conseguenza, le reazioni dei lavoratori.

Fonti fotografiche 
“Il metallurgico”
Alfa Romeo di Arese
Manifestazione alla Magneti Marelli
Confronto con
Braccianti in lotta ad Avezzano
Mondine al lavoro
Torino1952. Occupazione della fabbrica Nebiolo

Fonti filmiche 
I soliti ignoti - Scena finale nel cantiere edile (il lavoro, prima rifiutato, è ora accettato come mezzo per uscire dalla precarietà).
Rocco e i suoi fratelli - Si accettano lavori precari in attesa di approdare al posto in fabbrica
Confronto con
Miracolo a Milano - L'arte di arrangiarsi e il lavoro precario
La terra trema - L'aspetto macilento delle persone provate da un lavoro che non concede soste - Le varie fasi di un lavoro ancora arcaico.
Riso amaro - Le varie fasi del lavoro in risaia

Fonti letterarie 
OTTIERO OTTIERI
Donnarumma all'assalto - La difficoltà dei lavoratori alle prese con i nuovi ritmi e le nuove tecnologie.(pagg.24 - 31)
PAOLO VOLPONI
Memoriale - La progressiva alienazione dell'operaio diviso tra la fascinazione e il rifiuto della grande fabbrica(pagg.38 - 45).
Confronto con
BEPPE FENOGLIO
La malora
-
Il lavoro massacrante nei campi, imposto dalla necessità uccide gli affetti e la solidarietà

Osservazioni: A fronte della relativa abbondanza di rappresentazioni del mondo del lavoro tra Ottocento e primo Novecento, pare che, con la prima vera industrializzazione che conosce l'Italia, il mondo del lavoro quasi scompaia, o sia al massimo evocato. Quando è rappresentato, lo si fa spesso attraverso la strada dello sperimentalismo. Si verifica così quella difficoltà di riprodurre l'universo alienato della grande fabbrica messo in evidenza proprio in quegli anni nel corso del dibattito su “letteratura e industria” su “Il Menabò”.