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La Restaurazione

periodo della storia europea compreso tra il congresso di Vienna (1814-15) e i moti rivoluzionari del 1830-31 (rivoluzione di luglio in Francia; rivoluzioni belga e polacca; moti in Italia). Il termine (coniato dallo svizzero K.L. von Haller nel 1816), inizialmente rivolto agli avvenimenti della sola Francia dopo l'abdicazione di Napoleone (6.IV.1814), fu poi esteso all'ambito europeo, per indicare il ristabilimento, dopo la caduta dell'impero napoleonico, dei regimi monarchici precedenti la rivoluzione francese .

 

La riorganizzazione dell'Europa

In realtà, non si trattò di una "restaurazione", ossia di un ritorno puro e semplice all'assolutismo e al sistema di privilegi dell'ancien régime ; nemmeno si intese ripristinare tutti gli Stati esistenti prima del 1789. Piuttosto si cercò di operare una "ristrutturazione" politica e istituzionale che dovette tenere conto delle modificazioni territoriali, legislative e amministrative introdotte durante il periodo rivoluzionario e, soprattutto, napoleonico. La riorganizzazione politica dell'Europa delineata dal congresso di Vienna si basò su tre principi fondamentali: 1) legittimità, ossia pieno riconoscimento dei diritti "legittimi" sui rispettivi troni delle dinastie spodestate da Napoleone; 2) equilibrio internazionale (sostenuto in particolare dal rappresentante inglese Castlereagh), per evitare che, abbattuta la potenza francese, si affermasse una nuova preponderanza in Europa da parte di qualche altra potenza, ma anche per impedire con una cintura di forti Stati cuscinetto che la Francia riprendesse dinamismi espansivi; 3) intervento, ossia la facoltà delle grandi potenze di intervenire anche con la forza ovunque i principi tradizionali fossero messi in pericolo da nuovi tentativi rivoluzionari, sancita con la Santa alleanza tra Austria, Prussia e Russia, il 26.IX.1815.

 

La cultura della Restaurazione

Gli anni della Restaurazione coincisero all'incirca con il fiorire del romanticismo, che in campo politico e sociale ebbe l'effetto di stimolare la scoperta delle peculiarità nazionali, superando il cosmopolitismo della cultura illuministica. La storia dell'umanità fu reinterpretata come evoluzione tormentata, nella quale agivano i singoli e specifici caratteri nazionali. Anche il Medioevo fu riscoperto e reinterpretato in tal senso. Il fattore religioso fu assunto come elemento determinante di tale evoluzione. Su tali basi molti teorici della Restaurazione (J. de Maistre, L. de Bonald) mossero una critica serrata agli "errori" della rivoluzione francese, intesa come catastrofico esito della rottura operata nei confronti delle tradizioni religiose e monarchico-assolute. In Italia lo sforzo di molti intellettuali (M. Gioia, V. Cuoco, G. Romagnosi) si orientò verso la ricerca di forme di governo adatte al nascente "spirito nazionale", premessa del futuro Risorgimento.

 

La società della Restaurazione

La sconfitta degli ideali rivoluzionari e napoleonici si tradusse in molti Stati nella negazione delle aspirazioni politiche della borghesia commerciale e manifatturiera. Il problema delle terre confiscate alla Chiesa e alla nobiltà e poste in vendita dai regimi rivoluzionari continuò ad alimentare rancori e tensioni. Ex funzionari ed ex ufficiali napoleonici, intellettuali, ecclesiastici e nobili convertiti alle idee dell'illuminismo e del progresso furono i naturali alleati dei settori borghesi più scontenti. Sul piano pratico ciò si manifestò in una intensa opera culturale, in cui spesso le ricerche erudite o storiche mascheravano le intenzioni politiche; inoltre si ebbe un tumultuoso sviluppo delle società segrete. In Italia i governi dovettero fronteggiare i problemi lasciati in sospeso dall'epoca precedente: il dissesto finanziario, i debiti contratti con l'Austria, le conseguenze del ritorno sul mercato delle merci inglesi dopo l'abolizione del Blocco continentale e i contraccolpi delle devastazioni belliche e della diffusa miseria. Nonostante la cappa imposta dai regimi della Restaurazione, l'insoddisfazione di un'opinione pubblica sempre più vivace alimentò la richiesta di riforme liberali e costituzionali e le aspirazioni nazionali, sfociate nei moti via via verificatisi in Italia e in Europa a partire dal 1820-21.

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