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La Rivoluzione del 1848

serie di rivoluzioni contro lo status quo politico, sociale e territoriale, che sconvolsero gran parte dell'Europa, sbocco di 30 anni di moti e cospirazioni contro l'assetto della Restaurazione.

 

Correnti rivoluzionarie

Gli eventi rivoluzionari trassero alimento da diverse correnti di pensiero, dalle più spiccatamente liberali alle repubblicane, alle socialiste. Le rivoluzioni furono preannunciate da alcuni eventi del biennio precedente: l'elezione nel 1846 di Pio IX, papa "liberale"; la sconfitta dei cantoni cattolico-conservatori nella guerra del Sonderbund in Svizzera; l'involuzione conservatrice della monarchia orleanista in Francia; le rivendicazioni liberali in Prussia; la politica riformistica di alcuni sovrani italiani; la crisi agricola che pesava sull'insieme dell'economia. L'ondata rivoluzionaria si propagò quasi senza ostacoli fino al giugno 1848, quando la rottura dell'alleanza di fatto tra liberali, democratici e socialisti ridiede fiato alle forze conservatrici, e la Russia, restata immune dal contagio rivoluzionario, intervenne nella repressione in appoggio all'Austria. La Gran Bretagna, maggiore potenza liberale, dal canto suo espresse sostegno verbale ai moti liberali, ma si ritrasse intimorita di fronte al prevalere dei democratici.

 

Le rivoluzioni in Europa e in Italia

La prima in ordine di tempo (12.I.1848) fu la rivolta di Palermo estesasi a tutta la Sicilia; oltre che dalla richiesta della costituzione, essa era animata da intenti separatisti nei confronti di Napoli. Il re Ferdinando II, primo tra i sovrani italiani, il 29.I concesse la costituzione, ma fu anche il primo a riprendere saldamente in mano il governo, riconquistando poi la Sicilia (V.1849). Fu comunque la rivoluzione parigina del 22-24.II, che abbatté il trono di Luigi Filippo, a dare impulso agli eventi nel resto d'Europa. L'ondata rivoluzionaria investì Vienna (13.III), dove provocò la caduta del cancelliere Metternich e la concessione della costituzione. Anche a Berlino (18.III) e negli altri Stati tedeschi i liberali riuscirono a imporre regimi costituzionali e a convocare a Francoforte un'Assemblea Nazionale tedesca (18.V), i cui lavori però furono paralizzati dai contrasti fra liberali e democratici e fra unitari e federalisti. L'annuncio della rivoluzione in Austria provocò in Italia le insurrezioni di Venezia (17-22.III) e delle Cinque giornate di Milano (18-22.III). Per venire in loro aiuto il re di Sardegna Carlo Alberto dichiarò (23.III) la I guerra d'indipendenza all'Austria. Ungheresi e boemi chiesero il riconoscimento della loro individualità nazionale (III-IV).

 

La vittoria della reazione

A parte Napoli, fu Parigi la prima a invertire la tendenza rivoluzionaria, con la repressione dei moti operai da parte del generale L.-E. Cavaignac (23-27.VI); Luigi Napoleone Bonaparte venne poi eletto presidente di una repubblica ormai politicamente moderata (XII). L'Austria fu salvata dai suoi generali (Windischgrätz, Radetzky) e dalla fedeltà delle forze armate: Carlo Alberto fu sconfitto a Custoza (23-25.VII.1848) e a Novara (23.III.1849), l'ordine fu poi ristabilito a Praga e a Vienna, dove il 27.X l'inflessibile principe di Schwarzenberg assunse la guida del governo dieci giorni prima dell'ascesa al trono imperiale di Francesco Giuseppe. La repubblica ungherese di L. Kossuth fu sconfitta grazie all'intervento di un esercito russo (13.VIII.1849). In Italia papa Pio IX e il granduca di Toscana Leopoldo II, dopo una difficile convivenza con i governi costituzionali, furono costretti a rifugiarsi a Gaeta presso Ferdinando II (7.II.1849 e 24.XI.1848). A Roma (Repubblica Romana) e in Toscana si insediarono i democratici. Il potere temporale del papa fu restaurato dall'intervento francese (1°.VII.1849), il granduca fu richiamato dai moderati toscani (V.1849), mentre gli austriaci ebbero ragione di Venezia (24.VIII.1849). In Germania l'Assemblea di Francoforte si decise alfine di offrire la corona della Germania a Federico Guglielmo di Prussia (28.III.1849), che però la rifiutò non volendo legittimare il moto liberale; l'assemblea venne sciolta e i deputati che si riunirono a Stoccarda per proseguire i lavori furono dispersi dall'esercito. Con le conferenze di Olmütz e di Dresda (1850-51) venne ripristinato lo status quo precedente al 1848.

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