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C’è un bel giardino nel mondo: fascismo e scuole rurali

  di Patrizia Vayola

i registri del maestro

I giornali di classe dell'epoca sono divisi in varie sezioni. Troviamo infatti una prima pagina che riporta dati statistici sul numero degli alunni e sui giorni di lezione effettuati durante l'anno scolastico cui segue l'elenco dei ragazzi, comprensivo dei dati anagrafici e di una sintetica descrizione delle condizioni economiche della famiglia; le pagine successive sono dedicate alla illustrazione del programma di insegnamento diviso per mesi e per materie. I fogli seguenti sono occupati dalle valutazioni degli alunni, che sono espresse con cadenza mensile, in forma di giudizi verbali (lodevole, buono, sufficiente, insufficiente), conglobati poi nel giudizio finale del trimestre e nell'annotazione relativa alla promozione all'anno successivo. Il maestro deve, per ogni alunno, segnare negli appositi spazi: la residenza, le eventuali ripetenze, il godimento o meno di forme di assistenza da parte del patronato, l'iscrizione alla mutualità, alle associazioni giovanili fasciste e all'assicurazione, il numero di assenze, giustificate e non, per ogni mese con i relativi totali. Egli esprime inoltre una valutazione sulla condotta, la “volontà e capacità dimostrata nella ginnastica e nei giuochi”, il “rispetto all'igiene e alla pulizia della persona”. Seguono poi le materie ripartite in: religione, insegnamenti artistici (canto, disegno e bella scrittura, lettura espressiva e recitazione), lingua italiana (ortografia e lettura ed esercizi scritti) e poi, di seguito, aritmetica e contabilità scritta e orale, geografia, storia, scienze fisiche e naturali insieme alle nozioni organiche d'igiene e infine i lavori domestici e manuali. Questa sezione è seguita da alcuni fogli dedicati alla “cronaca ed osservazioni dell'insegnante sulla vita della scuola” che a loro volta precedono il quadro riassuntivo degli scrutini o degli esami finali e le pagine dedicate alla relazione finale dell'insegnante. Questi documenti, dunque, per la messe di notizie che raccolgono, sia pur espresse nel distaccato linguaggio della burocrazia, costituiscono un interessante osservatorio sulla realtà scolastica di quegli anni.

Esaminando i registri per le notizie che possono fornire sull'esperienza scolastica dei bambini di Cantarana in quel periodo, possiamo individuare molti spunti interessanti di riflessione. 
I primi dati significativi riguardano la frequenza e, in generale, l'adempimento dell'obbligo scolastico che prevedeva l'istruzione elementare obbligatoria ma anche la permanenza a scuola fino al quattordicesimo anno di età, per cui coloro che concludevano le elementari e non volevano proseguire ulteriormente gli studi dovevano comunque restare a scuola fino al raggiungimento dell'età stabilita, continuando a frequentare, in mancanza di corsi ulteriori, spesso stabiliti solo sulla carta, la classe quinta, il cui maestro rilasciava poi un semplice attestato di frequenza. Sempre sulla carta erano stabilite norme di controllo e sanzioni, anche dure, per coloro che non ottemperavano all'obbligo scolastico, ma di fatto, e questa era la situazione a Cantarana, nessuna autorità controllava realmente che esso fosse rispettato.