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C’è un bel giardino nel mondo: fascismo e scuole rurali

  di Patrizia Vayola

fascismo e scuole rurali

Sostanzialmente insomma la politica economica del fascismo si rivelò un fallimento che però il regime non ammise mai cercando invece, a suon di propaganda, di avvalorare un'immagine dell' Italia ben diversa, anche in questo campo, da quella che realmente viveva e subiva in quel periodo ed è proprio questa l'unica immagine che ci restituiscono i libri scolastici del regime.

A questo proposito bisogna innanzitutto specificare che nel 1938 le scuole rurali, ovvero quelle dei piccoli centri agricoli, passarono sotto la giurisdizione dello Stato che stabilì per esse l'adozione di speciali libri di testo, uguali per tutte le scuole, con l'obiettivo di diffondere tra i "piccoli contadini" quelle parole d'ordine che il regime considerava irrinunciabili per il mondo agricolo.

Dall'esame dei testi in uso nelle scuole di quegli anni, rurali e non, emerge chiara l'opera di propaganda che il fascismo affidava alla scuola. Rientrano in quest'ambito le biografie e i detti celebri del Duce, l'esaltazione della guerra, anche attraverso i racconti eroici dei reduci del '15-'18, la "beatificazione" dei cosiddetti martiri del regime, caduti mentre lottavano eroicamente contro i sovversivi che nel periodo postbellico volevano "portare la Patria alla rovina",

la magnificazione delle opere del regime, l'insistenza sul principio di autorità e sulla necessità di una sottomissione pronta e fiduciosa ai voleri del Duce e identificato con la nazione la celebrazione della storia romana vissuta come modello di riferimento per il nuovo impero.

Accanto a questi temi è presente, in tutti i testi, una particolare insistenza sulle virtù del mondo contadino e della vita della campagna, che però diventa argomento fondamentale soprattutto nei libri per le scuole rurali. In essi ritornano infatti, pur con una complessità crescente, in relazione all'avanzare del corso di studi, sempre gli stessi argomenti.

Ecco come viene presentata l'Italia ai bimbi della seconda elementare nel 1941:

" C'è un bel giardino nel mondo, bagnato da un mare azzurro e splendente e dove crescono i fiori più belli e profumati. Un bel giardino, dove l'inverno è mite, dove, nell'estate, campi di messi biondeggiano rigogliosi e prati fioriti rallegrano la vista. Vi si levano monti che hanno la cima coperta di neve e fianchi folti di alberi; vi splendono laghi dalle rive fiorite, vi scorrono fiumi limpidi e spumeggianti. In questo giardino c'era qualche aiuola brulla e malsana, ma la mano del giardiniere ha dissodata la zolla cattiva e l'ha resa fertile e sana. Questo giardino è l'Italia."