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Critica marxista

Fidel Castro, La nostra povertà la vostra vergogna,

Viviamo in un mondo in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Un mondo in cui si continuano a spendere ingenti somme per produrre e vendere armi sempre più sofisticate, anche se la guerra fredda è finita. Dove c'è caos e anarchia non ci può essere sviluppo; dove c'è la minaccia delle armi non ci può essere pace.
Noi siamo chiamati Paesi in via di sviluppo; in realtà siamo Paesi in sottosviluppo. E il mondo sviluppato, lo stesso che crea il sottosviluppo, ora pretende di trovarne la soluzione.
Il neoliberismo, dottrina che è stata imposta al mondo intero, costringe i Paesi poveri a sacrificare le spese per la salute, l'educazione, la cultura, la sicurezza sociale e addirittura quelle per l'acqua potabile.
Attorno a Cuba c'è un blocco criminale che ci strangola. Perché un blocco simile nessuno lo ha fatto contro il Sudafrica dell'apartheid, o contro il Cile di Pinochet, o contro il Guatemala con i suoi centomila desaparecidos, o contro l'Argentina dei generali e della "guerra sporca"? Perché contro Cuba, quando nessun Paese ha mai fatto di più per il suo popolo? Perché, non c'è altra risposta, non condividiamo le idee del nostro potente vicino nordamericano. Eppure Cuba non ha chiuso una scuola, un ospedale, una casa di riposo, un asilo infantile. La nostra mortalità infantile non arriva al dieci per mille; non ci sono analfabeti e la speranza di vita arriva ai settantacinque anni.
È una vergogna che nel Paesi industrializzati continuino a esserci tanti poveri. Mentre il fatto che in questi stessi Paesi non si riesca a ridurre la disoccupazione è una chiara dimostrazione dell'irrazionalità del sistema.
Al di là delle dichiarazioni e delle risoluzioni occorrono fatti: proviamo a distribuire meglio il benessere nelle singole nazioni e tra le nazioni. Ecco, questo è il mio sogno.