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la Rerum novarum

E. Vilanova, Storia della teologia cristiana, Borla, 1995,pp. 26-27.                      

  1. Dimensione sociale, politica e pastorale del neotomismo di Leone XIII

    Leone XIII è stato lodato spesso per la spinta all'apertura della Chiesa verso le «cose nuove» data con la Rerum novarum, enciclica in cui i cristiani riconoscono i grandi principi della loro azione sociale, come il bene comune, la funzione sociale della proprietà, i diritti dei lavoratori, il giusto salario... L'accoglienza di tali principi non è unanimemente entusiasta; si intuisce che la dottrina sociale diviene un «modello» di costruzione della società, che può. annoverarsi accanto ai modelli liberale o socialista: è una «terza via» alla soluzione del problema sociale. Questa terza via però conduce quasi fatalmente considerando la cornice socioculturale del cristianesimo nell'età contemporanea - a confondere la dottrina sociale cattolica con un'ideologia conservatrice, edulcorata o eclettica. Non che la dottrina sociale proposta da Leone XIII si confonda in modo puro e semplice con un'ideologia conservatrice, ma comprende elementi di tal genere e li propone, mescolati ad altri elementi di puro valore cristiano, come dottrina sociale cattolica. Ciò non significa che per noi la Rerum novarum non abbia valore, o che possa essere disprezzata, ma è un documento (che per il cattolico ha valore di autorità morale) che dev'essere usato con intelligenza, con senso della storia e del carattere evolutivo della dottrina che comporta, con uno sguardo di sana critica verso i condizionamenti del momento storico. Non si può pretendere di imporre una determinata affermazione di un determinato documento come una norma astratta per tutti i tempi e i luoghi. A questo genere di documenti non si deve obbedienza cieca.