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Su Tuileries Robespierre

 

La repubblica, la Convenzione e il Terrore (1792-94)

Il rifiuto di Luigi XVI di ratificare lo scioglimento della sua guardia personale e la creazione di un'armata volontaria scatenarono la reazione violenta del popolo parigino, che nella "giornata rivoluzionaria" del 20.VI.1792 invase le Tuileries e costrinse il sovrano a piegarsi. Il Manifesto del duca di Brunswick (25.VII), comandante delle truppe austro-prussiane, con le sue minacce di distruggere Parigi in caso di oltraggio alla famiglia reale, contribuì a screditare la monarchia: una nuova sollevazione popolare (10.VIII), diretta da cordiglieri e giacobini, generò a Parigi una Comune insurrezionale, nuovo centro politico del paese. Un secondo assalto alle Tuileries fece incarcerare la famiglia reale (12-13.VIII). L'avanzata nemica, la crisi economica e l'infuocata campagna politica dei più accesi rivoluzionari (Marat in testa), crearono un clima di paura e sospetto che portò alle stragi del 5-6.IX di nobili e detenuti controrivoluzionari e alla creazione di un Tribunale rivoluzionario. Venne eletta a suffragio universale una nuova assemblea, la Convenzione Nazionale, che dichiarò decaduta la monarchia e proclamò la repubblica (21-22.IX.1792). Due giorni prima il generale Charles Dumouriez era riuscito a fermare i prussiani a Valmy. Durante il processo a Luigi XVI, accusato di tradimento, la Montagna (la fazione politica più radicale formata da giacobini) ebbe il sopravvento e ottenne la condanna a morte del re. Le gravi sconfitte militari inflitte dalla prima coalizione delle potenze europee (II.1793), il tradimento del generale Dumouriez e lo scoppio di una vasta insurrezione controrivoluzionaria tra la popolazione della Vandea (11.III), ostile alla leva di massa decretata dalla Convenzione, segnarono l'ulteriore ascesa dei montagnardi, guidati da G. Danton e M. Robespierre e forti dell'appoggio degli strati popolari parigini, i "sanculotti", portatori di istanze democratiche radicali. Il 6.IV.1793 fu creato un Comitato di Salute Pubblica (dominato fino a luglio da Danton, poi da Robespierre), che decretò il calmiere sul prezzo dei grani e delle farine richiesto dai sanculotti. I girondini vennero proscritti, molti di essi giustiziati, fu instaurato un regime dittatoriale che sottopose a strettissimo controllo ogni settore dell'amministrazione, dell'esercito e della vita pubblica: il 23.VIII fu proclamata la leva in massa e il 5.IX si decise di "mettere il Terrore all'ordine del giorno" fino alla eliminazione dei nemici interni ed esterni della repubblica. Mentre L. Carnot organizzava le armate per la difesa, sul piano interno la Legge sui sospetti (17.IX) abilitava il Tribunale rivoluzionario a condannare a morte su semplice base indiziaria. Intanto la Convenzione approvava importanti misure come l'istruzione elementare obbligatoria e gratuita, l'abolizione della schiavitù nelle colonie, il maximum dei prezzi dei generi di prima necessità e dei salari, l'adozione del sistema metrico decimale. Contro le richieste di attenuare il regime del Terrore, Robespierre reagì facendo giustiziare sia gli esponenti dell'ala più radicale che faceva capo a J.R. Hébert (III.1794), sia gli "indulgenti" come Danton e Desmoulins (IV.1794). L'opposizione a Robespierre in seno alla Convenzione e allo stesso Comitato divenne maggioritaria solo dopo che il leader giacobino fece inasprire la Legge sui sospetti estendendola ai parlamentari accusati di corruzione, proprio quando la grande vittoria francese di Fleurus (26.VI) avrebbe dovuto allentare la tensione. Il 27.VII.1794 (9 termidoro anno II, secondo il calendario rivoluzionario) i deputati in pericolo si coalizzarono con alcune figure di spicco del Terrore (J. Fouché, P. Barras) e fecero arrestare e ghigliottinare Robespierre, il suo più stretto collaboratore Saint Just , e numerosi seguaci.  

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