Bibliolab![]() |
![]() |
ceto sociale caratterizzato da particolari privilegi e attributi trasmessi ereditariamente, che ebbe un ruolo determinante nella storia europea dei secc. V-XIX. Lo sfaldamento dell'impero romano davanti alle invasioni barbariche (sec. V) determinò il concentrarsi di poteri militari e giurisdizionali in singoli individui e in famiglie, per lo più appartenenti all'aristocrazia senatoria romana e alle popolazioni germaniche che si erano stanziate nei confini dell'impero. La nobiltà ereditaria dell'alto Medioevo fu una nobiltà di fatto, priva di riconoscimento giuridico da parte dell'autorità regia. Nobili furono detti anche coloro i quali ricevettero dai sovrani carolingi il governo di una circoscrizione pubblica (i detentori di una contea furono detti conti, quelli di una marca, marchesi). Con la dissoluzione dell'impero carolingio (secc. IX-X) questi titoli sopravvissero anche senza legami con l'ordinamento pubblico. Con il feudalesimo i sovrani, i quali avevano il potere di creare nuovi nobili, fornirono alla nobiltà un primo riconoscimento giuridico e una struttura gerarchica. Nel contempo la Chiesa offrì alla nobiltà un'ideologia propria, quella cavalleresca. Durante il Medioevo la nobiltà costituì il ceto dominante, che concentrava nelle sue mani le funzioni militari e politiche, mentre dal punto di vista economico godeva di grandi ricchezze ponendosi al vertice delle signorie rurali. Nella seconda metà del '500 si avvertì l'esigenza di definire con precisione il concetto di nobiltà: ne sorse un dibattito molto articolato in cui ai valori medievali della stirpe e della virtù vennero aggiunti il requisito dell'astensione del nobile dalle attività "vili" e l'obbligo di salvaguardare il proprio onore. Ai membri della nobiltà, che godevano di procedure e giurisdizioni speciali e dell'esenzione dalle pene infamanti e dal pagamento dei tributi, era concesso di portare la spada e ricoprire le più importanti cariche militari, civili ed ecclesiastiche. Il sorgere di una potente borghesia comunale e la creazione delle moderne monarchie assolute, se determinarono la perdita del monopolio politico della nobiltà e la creazione di una nobiltà di toga (legata alle cariche della pubblica amministrazione) accanto all'antica nobiltà di spada, non ne scalzarono i privilegi fiscali e giurisdizionali. Solo dopo la rivoluzione francese del 1789 la nobiltà fu sottoposta alla legge civile al pari degli altri cittadini, anche se per tutto il sec. XIX mantenne un importante ruolo sociale e politico. In Gran Bretagna la n. tuttora siede nella Camera dei Lords per diritto ereditario. In Italia per regolare i titoli e gli stemmi nobiliari fu istituita la Consulta Araldica (1869), abolita dalla Costituzione repubblicana, che nega riconoscimento giuridico ai titoli nobiliari.