Ritorno ad Auschwitz
Il silenzio. Il silenzio di Birkenau. Il silenzio di Birkenau non assomiglia
a nessun altro silenzio: ha in sé le grida di disperazione, le preghiere
strangolate di migliaia e migliaia di comunità che il nemico
condannò ad essere ingoiate dalloscurità di una notte
infinita, una notte senza nome. Il tacere degli uomini congelato nel cuore
della disumanità. Silenzio eterno sotto un cielo azzurro.
Silenzio di morte nel cuore della morte
Nel regno delle ombre che è Auschwitz nessuno cammina lentamente;
la morte si getta contro la sua preda. Non ha tempo, la morte: devessere
contemporaneamente dappertutto.
La vita, la morte: tutto si unisce in una folle velocità. Il futuro
si limita qui allattimo che precede la selezione; qui bisogna correre
dietro al presente, perché non scompaia del tutto. Si corre a lavarsi.
Si corre mentre ci si veste. Si corre alla distribuzione del pane, della
margarina, della zuppa. Si corre allappallo, si corre al lavoro, si
corre da un blocco allaltro, alla ricerca di uno sguardo famigliare.Alla
ricerca di una parola di consolazione.
Labbaiare dei cani
le grida dei carnefici, il rumore dei randelli
di gomma che si abbattono sulla nuca dei prigionieri. Il dolore rende muti
gli uomini affamati e deboli; la loro umiliazione pesante come una
maledizione.