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a.C.-1492: GLI INDIANI PRIMA DEI BIANCHI
CACCIA
E GUERRA
Fra gli elementi essenziali per il successo della caccia vi
erano la scelta delle trappole e delle armi adeguate, la conoscenza degli schemi
comportamentali delle prede e dei cibi ad esse associati, l’uso dei calchi,
dei richiami e dei fischietti, l’uso degli abiti, rifugi e nascondigli.
Tutte queste conoscenze, ed altre ancora, producevano
individui abili e attenti che avevano notevole successo nell’attività
venatoria.
IMPARARE A CACCIARE
Il ruolo di cacciatore veniva preordinato per un ragazzo fin
dalla più tenera età. I loro maestri erano spesso il padre, un parente tra i
più anziani o uno zio che basavano l’insegnamento sull’osservazione di
tutto ciò che li circondava, per impadronirsi dei vari sistemi di caccia e
delle astuzie che variavano a seconda delle stagioni e della natura del luogo
nel quale avevano posto in quel momento il campo. Le armi principali erano arco
e frecce, e magari, nei casi fortunati, un coltello.
I DIVERSI TIPI DI CACCE
LA CACCIA DELLA BALENA DEI NOOTKA: fra
tutte le forme di caccia praticate dagli indiani la più spettacolare,
drammatica e pericolosa era quella della balena. I balenieri coraggiosi si
imbarcavano su canoe, scavate, lunghe 10m e guidate da un capo ereditario. La
preparazione della caccia, particolarmente ricca in primavera ed in estate,
prevedeva allenamenti e cerimonie eseguiti dal capo. Le armi utilizzate erano
lance appuntite e taglienti, ma l’arpione del capo era il pezzo più
importante ed era lungo circa 6m, che veniva scagliato mentre la balena si stava
immergendo ed era importante il raggiungimento del punto esatto. Quando
finalmente la balena era morta le mascelle venivano legate per tenerla a galla.
Da qui cominciava il lungo e faticoso compito di trascinarla a riva
LA CACCIA AL SALMONE:
meno pericolose, ma altrettanto esigenti nella richiesta di abilità e
pazienza erano le grandi cacce al salmone.Il salmone era il pesce per
eccellenza, la fonte di cibo “importane per gli indiani quanto il pane per i
bianchi”. Proprio per la sua importanza veniva conservato per una consumazione
durante l’inverno. Attorno a questo animale c’erano varie cerimonie e miti
come quello in cui si pensava che i salmoni non morissero davvero e che non
fossero pesci, ma un altro popolo che viveva in un villaggio magico in fondo al
mare.
LA CACCIA AL BISONTE:
le battute di caccia al bisonte si svolgevano più frequentemente nei mesi di
giugno, luglio ed agosto, quando la carne era migliore e il pelo più rado, il
che rendeva più facile la pulitura delle pelli da entrambe le parti. I prodotti
ricavati erano:pelli per abiti, nervi per cucire ed intrecciare, corde per
archi, le fibre per le funi, il pelo per ogni ornamento e per i piccoli lavori
di tessitura, le corna per ricavarne cucchiai e recipienti.
LA CACCIA AL CARIBU’:
per cacciare questo animale era importante la conoscenza dei suoi
percorsi minatori. I caribù venivano spinti in recinti sui quali, poi, venivano
gettate delle reti che facilitavano la loro uccisione. La carne ottenuta era in
genere seccata al vento, affumicata in strisce o pestata fino a ridurla in
polvere per un uso successivo.
LA CACCIA ALL’AQUILA:
volando
alta e veloce, con nidi inaccessibili, l’aquila poteva essere catturata
soltanto usando buche nascoste, scavate nel terreno abbastanza profonde perché
il cacciatore potesse stavi in piedi e, poiché la maggior parte venivano usate
una volta all’anno era ogni vota necessario ripulirle e ricoprirle
accuratamente. La cattura delle aquile si effettuava, in genere, in autunno.Tale
creatura maestosa era così ricercata per la bellezza delle sue penne che
venivano utilizzate per: confezionare gli abiti, decorazioni belliche, cerimonie
oppure come merce di scambio di grande valore tanto che alcuni allevavano
l’aquila in cattività.
LA CACCIA AL ORSO: l’orso è, tra tutti gli animali,
il più pericoloso da cacciare. L’arma utilizzate era il fucile.
LA CACCIA AL DAINO:
·
La prima consisteva nell’uso di un laccio fatto con una
corda di canapa selvatica, è disposto in modo che, quando il daino vi restava
preso per il collo, più si agitava e peggio era.
·
Il secondo sistema consisteva nel piantare nel terreno
paletti acuminati lungo la pista, al di là di un tronco che l’animale, almeno
così speravano i cacciatori avrebbe superato con un salto.Saltando oltre i
tronchi, i daini sarebbero ricaduti sulle punte appuntite, che li avrebbero
trapassati e così uccisi.
·
Il terzo metodo era quello di spingere il daino, servendosi
di una muta di cani, nell’acqua; così, trovandosi fuori dal loro elemento
naturale era facile catturarli.
·
Il quarto ed ultimo metodo era quello di colpirli con arco e
frecce. Gli archi erano fatti in modo da permettere ai cacciatori di trapassare
un daino con la massima facilità.
LA CACCIA DEL BUFALO: per questo tipo di caccia si
facevano delle spedizioni con a capo due anziani che conducevano il gruppo sulla
cima di una collina dalla quale si potevano vedere gli spostamenti della mandria
di bufali. Mentre gli anziani decidevano in quale punto avvicinare i bufali gli
uomini si preparavano scegliendo anche il cavallo più veloce ed idoneo
all’inseguimento. L’arma utilizzata era l’arco.
LEGGI
DI CACCIA
Il possesso dei territori di caccia presso gli indiani era un
diritto garantito da leggi ed usanze. A nessuno era permesso di cacciare in un
territorio altrui, ammenoché non avesse ricevuto un invito o un permesso.
Quando uno veniva sorpreso a violare il territorio altrui, gli veniva
sequestrata ogni cosa, fatta eccezione per una manciata di pallottole, appena
quel tanto di polvere sufficiente per arrivare difilato a casa, un fucile, un
tomahawn, e un coltello; inoltre, il disgraziato perdeva le pellicce e tutti gli
altri oggetti di sua proprietà. Se veniva colto una seconda volta in fallo, ci
rimetteva ogni cosa, eccezion fatta per il cibo sufficiente a tornare a casa. E
se poi veniva sorpreso una terza volta su quello stesso territorio di caccia o
di altri allora ne veniva informata la sua nazione o tribù e questa si occupava
del suo caso. Se disobbediva ancora, veniva bandito dalle tribù.
TITOLO: Sul sentiero di guerra
AUTORE: Hamilton Charles
DATA EDIZIONE: 1977
CASA EDITRICE: Feltrinelli Economica
LUOGO: Milano
Marialuigia Ramundo
Maura Torchio
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