STORIA  TESTIMONIANZE GALLERIA INTRODUZIONE BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA CREDITI

1.  20.000 a.C.-1492: GLI INDIANI PRIMA DEI BIANCHI
2.  1492 - 1640: I PRIMI RAPPORTI TRA BIANCHI E INDIANI  
3.  1640 - 1783: L'OCCUPAZIONE INGLESE
41783 - 1865: GLI STATI UNITI
5.  1865 - 1914: LA CONQUISTA DEL WEST

1.  20.000 a.C.-1492: GLI INDIANI PRIMA DEI BIANCHI

    CACCIA E GUERRA

Fra gli elementi essenziali per il successo della caccia vi erano la scelta delle trappole e delle armi adeguate, la conoscenza degli schemi comportamentali delle prede e dei cibi ad esse associati, l’uso dei calchi, dei richiami e dei fischietti, l’uso degli abiti, rifugi e nascondigli.

Tutte queste conoscenze, ed altre ancora, producevano individui abili e attenti che avevano notevole successo nell’attività venatoria.

IMPARARE A CACCIARE

Il ruolo di cacciatore veniva preordinato per un ragazzo fin dalla più tenera età. I loro maestri erano spesso il padre, un parente tra i più anziani o uno zio che basavano l’insegnamento sull’osservazione di tutto ciò che li circondava, per impadronirsi dei vari sistemi di caccia e delle astuzie che variavano a seconda delle stagioni e della natura del luogo nel quale avevano posto in quel momento il campo. Le armi principali erano arco e frecce, e magari, nei casi fortunati, un coltello.

I DIVERSI TIPI DI CACCE

*  LA CACCIA DELLA BALENA DEI NOOTKA: fra tutte le forme di caccia praticate dagli indiani la più spettacolare, drammatica e pericolosa era quella della balena. I balenieri coraggiosi si imbarcavano su canoe, scavate, lunghe 10m e guidate da un capo ereditario. La preparazione della caccia, particolarmente ricca in primavera ed in estate, prevedeva allenamenti e cerimonie eseguiti dal capo. Le armi utilizzate erano lance appuntite e taglienti, ma l’arpione del capo era il pezzo più importante ed era lungo circa 6m, che veniva scagliato mentre la balena si stava immergendo ed era importante il raggiungimento del punto esatto. Quando finalmente la balena era morta le mascelle venivano legate per tenerla a galla. Da qui cominciava il lungo e faticoso compito di trascinarla a riva

  * LA CACCIA AL SALMONE: meno pericolose, ma altrettanto esigenti nella richiesta di abilità e pazienza erano le grandi cacce al salmone.Il salmone era il pesce per eccellenza, la fonte di cibo “importane per gli indiani quanto il pane per i bianchi”. Proprio per la sua importanza veniva conservato per una consumazione durante l’inverno. Attorno a questo animale c’erano varie cerimonie e miti come quello in cui si pensava che i salmoni non morissero davvero e che non fossero pesci, ma un altro popolo che viveva in un villaggio magico in fondo al mare.

*  LA CACCIA AL BISONTE: le battute di caccia al bisonte si svolgevano più frequentemente nei mesi di giugno, luglio ed agosto, quando la carne era migliore e il pelo più rado, il che rendeva più facile la pulitura delle pelli da entrambe le parti. I prodotti ricavati erano:pelli per abiti, nervi per cucire ed intrecciare, corde per archi, le fibre per le funi, il pelo per ogni ornamento e per i piccoli lavori di tessitura, le corna per ricavarne cucchiai e recipienti.

*  LA CACCIA AL CARIBU’:  per cacciare questo animale era importante la conoscenza dei suoi percorsi minatori. I caribù venivano spinti in recinti sui quali, poi, venivano gettate delle reti che facilitavano la loro uccisione. La carne ottenuta era in genere seccata al vento, affumicata in strisce o pestata fino a ridurla in polvere per un uso successivo.

*  LA CACCIA ALL’AQUILA: volando alta e veloce, con nidi inaccessibili, l’aquila poteva essere catturata soltanto usando buche nascoste, scavate nel terreno abbastanza profonde perché il cacciatore potesse stavi in piedi e, poiché la maggior parte venivano usate una volta all’anno era ogni vota necessario ripulirle e ricoprirle accuratamente. La cattura delle aquile si effettuava, in genere, in autunno.Tale creatura maestosa era così ricercata per la bellezza delle sue penne che venivano utilizzate per: confezionare gli abiti, decorazioni belliche, cerimonie oppure come merce di scambio di grande valore tanto che alcuni allevavano l’aquila in cattività.

*  LA CACCIA AL ORSO: l’orso è, tra tutti gli animali, il più pericoloso da cacciare. L’arma utilizzate era il fucile.

*  LA CACCIA AL DAINO:

·        La prima consisteva nell’uso di un laccio fatto con una corda di canapa selvatica, è disposto in modo che, quando il daino vi restava preso per il collo, più si agitava e peggio era.

·        Il secondo sistema consisteva nel piantare nel terreno paletti acuminati lungo la pista, al di là di un tronco che l’animale, almeno così speravano i cacciatori avrebbe superato con un salto.Saltando oltre i tronchi, i daini sarebbero ricaduti sulle punte appuntite, che li avrebbero trapassati e così uccisi.

·        Il terzo metodo era quello di spingere il daino, servendosi di una muta di cani, nell’acqua; così, trovandosi fuori dal loro elemento naturale era facile catturarli.

·        Il quarto ed ultimo metodo era quello di colpirli con arco e frecce. Gli archi erano fatti in modo da permettere ai cacciatori di trapassare un daino con la massima facilità.

*  LA CACCIA DEL BUFALO: per questo tipo di caccia si facevano delle spedizioni con a capo due anziani che conducevano il gruppo sulla cima di una collina dalla quale si potevano vedere gli spostamenti della mandria di bufali. Mentre gli anziani decidevano in quale punto avvicinare i bufali gli uomini si preparavano scegliendo anche il cavallo più veloce ed idoneo all’inseguimento. L’arma utilizzata era l’arco.

LEGGI DI CACCIA

Il possesso dei territori di caccia presso gli indiani era un diritto garantito da leggi ed usanze. A nessuno era permesso di cacciare in un territorio altrui, ammenoché non avesse ricevuto un invito o un permesso. Quando uno veniva sorpreso a violare il territorio altrui, gli veniva sequestrata ogni cosa, fatta eccezione per una manciata di pallottole, appena quel tanto di polvere sufficiente per arrivare difilato a casa, un fucile, un tomahawn, e un coltello; inoltre, il disgraziato perdeva le pellicce e tutti gli altri oggetti di sua proprietà. Se veniva colto una seconda volta in fallo, ci rimetteva ogni cosa, eccezion fatta per il cibo sufficiente a tornare a casa. E se poi veniva sorpreso una terza volta su quello stesso territorio di caccia o di altri allora ne veniva informata la sua nazione o tribù e questa si occupava del suo caso. Se disobbediva ancora, veniva bandito dalle tribù.

 

TITOLO: Sul sentiero di guerra
AUTORE: Hamilton Charles 
DATA EDIZIONE: 1977
CASA EDITRICE: Feltrinelli Economica
LUOGO: Milano

Marialuigia Ramundo
Maura Torchio