giornale

Nel XIX secolo l’unico mezzo di comunicazione era il giornale. Esso, però, era destinato alla classe borghese e rimase a lungo un fenomeno di élite. È soltanto negli ultimi decenni del secolo e all’inizio del ‘900 che furono introdotti i giornali popolari (e, quindi, di massa), con una tiratura di centinaia di migliaia di copie (soprattutto periodici). Tale diffusione fu possibile soltanto grazie: 

  1. allo sviluppo delle macchine di stampa e piegatura rapida (tra le quali la Lynotipe che accelera enormemente il processo di composizione), a partire dal 1875, e di procedimenti per la riproduzione di fotografie in bianco e nero, abbinando così immagini e testo. Ciò permette di abbassare i costi di produzione e, quindi, il prezzo dei giornali (riduzione dovuta in buona parte ai cospicui introiti ricavati dalle inserzioni pubblicitarie), che poterono così diffondersi tra fasce più ampie di popolazione;
  2. alla rapida ed efficace rete di raccolta e di trasmissione delle notizie: quest’ultima fu possibile grazie alla precedente scoperta del telegrafo, che permetteva la comunicazione a distanza di parole e messaggi scritti (nascita delle prime agenzie giornalistiche), alla quale seguì, nel 1871, l’invenzione del telefono che, diventato strumento di massa nella prima metà del novecento, modifica la comunicazione interpersonale a distanza; 
  3. alla diffusione della scolarità  e, quindi, all'aumento degli alfabetizzati; 
  4. alle esigenze delle nuove forme di partecipazione politica : con la progressiva estensione del suffragio nacque l’interesse a sapere la notizia, su cui occorreva esprimere la propria opinione attraverso il voto. Quest’ultimo era “pilotato” attraverso i giornali di partito, mediante i quali le associazioni politiche diffondevano la propria ideologia, espressione attraverso cui offrivano alla massa una determinata interpretazione dei fatti.

A tutto ciò si aggiunse una serie di strategie editoriali quali, ad esempio, l’utilizzo di un lessico semplice (rendendo così il giornale accessibile a persone di cultura modesta), l’introduzione del felleiton, cioè di un romanzo a puntate, e del fumetto, le quali avevano quale scopo quello di attirare anche il pubblico non lettore.

Tutta la stampa europea era molto politicizzata (soprattutto in Germania): quasi tutti i giornali sostenevano l'uno o l'altro partito o almeno si schieravano a sinistra, al centro o a destra, tanto che gli uomini politici di prima grandezza s' identificavano in una o più testate giornalistiche. È da evidenziare che la Francia fu il primo paese a creare una stampa quotidiana popolare, che vedeva in “Le petit parisien”, "Le petit journal", "Le Journal", "Le Matin", "L'echo de Paris" le testate più famose. In Italia, invece, all’inizio del ‘900, il giornale popolare tende a formare un'opinione pubblica, pur cercando di esprimere il senso comune del popolo. Resta indeterminata la sua collocazione politica-culturale, fino a quando non sorgeranno i giornali di partito. Sul piano politico fu più definito ed efficace il lavoro dei giornali che già dagli ultimi anni dell'800 esprimevano posizioni conservatrici liberali, come "Il Corriere della Sera” (che nasce nel 1876), il quale è espressione della borghesia industriale. Finanziamenti industriali e gruppi di finanziatori permisero, poi, la nascita di due quotidiani: "Idea nazionale" (1911) e "Il popolo d'Italia" (1914), i quali, insieme al precedente, avranno un ruolo importante alla vigilia della prima guerra mondiale.

E' importante sottolineare il controllo attuato dai regimi totalitari sulle informazioni. Nel caso italiano questo fu possibile grazie all’acquisto da parte del partito fascista tra il 1911 e il 1925 delle maggiori testate giornalistiche e grazie all’introduzione degli albi nel 1925.
I quotidiani, dunque, presentavano , attuando una censura su cronache nere e di fallimenti economici, il periodo fascista come un modello storico di pace e moralità. Lo stesso accadde anche nei giornali per bambini i cui argomenti erano strettamente legati all’ideologia fascista (superiorità dei bianchi sui neri, malvagità degli ebrei ecc.).

http://web.tiscali.it/soluzionefinale/propagfasc/propfasc04.htm

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