cinema

Si usa cominciare la storia del cinema a partire dall’invenzione, da parte dei fratelli Lumiere, del cinematografo (1895), prototipo più funzionale di macchina per la proiezione d’immagini in movimento, che consisteva in un sistema di trascinamento della pellicola in modo tale che questa scorresse a scatti regolari evitando ogni minimo tremolio e la quale permise di arrivare a riprodurre 16 fotogrammi al secondo.

Il cinema è da considerarsi il primo mezzo di comunicazione di massa, nel senso pieno dell’espressione. Esso sviluppò senza precedenti l’immaginario popolare e per questo è stato definito come “la macchina dei sogni”. Lo spettatore subiva la suggestione delle immagini proiettate sullo schermo, che gli tornavano poi in mente durante la sua vita quotidiana, fornendogli nuovi modelli di comportamento e spingendolo alla loro imitazione. Un altro aspetto importante del cinema è che esso sviluppò fino in fondo potenzialità che erano già implicite nella fotografia (scoperta nel 1830 circa e la quale ha posto le premesse per l’invenzione di questo nuovo mezzo di comunicazione), ovvero quelle di costruire una realtà diversa, risultato di un montaggio di pose e di scene girate in momenti e luoghi diversi e che venivano incollate le une alle altre, dando un’impressione di continuità. I film trasmessi erano muti, caratterizzati da didascalie, ma, soprattutto, multimediali (caratteristica del teatro, che, in seguito alla nascita delle rappresentazioni cinematografiche, si rivolse soltanto alle classi abbienti, d’elite). Lo sviluppo del cinema, inoltre, porta alla nascita dell’industria culturale, la quale trasformò la cultura in un prodotto come tanti altri. Quest’ultima, infatti, venne uniformizzata, così come i gusti, gli atteggiamenti, gli stili, seguendo il modello offerto dalle immagini proiettate attraverso il cinematografo. Occorre sottolineare che quest’ultimo, agli inizi, venne sfruttato più che altro come un’attrazione da fiera e, nel giro di pochi anni sembrò aver esaurito la propria capacità di interessare al pubblico, finché agli inizi del secolo non fu rilanciato come spettacolo da sala, in grado di intrattenere un certo numero di spettatori paganti per un tempo relativamente lungo. Già prima della I Guerra Mondiale, infatti, il cinema aveva conquistato, specie negli Stati Uniti, un vasto pubblico di massa. Nel 1912 le sette più grandi case cinematografiche americane (le cosiddette majors) si impongono sul mercato mondiale, e in tutti i paesi dal 60 al 90% dei film proiettati è di produzione hollywoodiana.

 

I FRATELLI LUMIERE

Louis Lumiere, inventore del cinematografo, scoprì e mise a punto nuovi procedimenti che contribuirono a rendere florida l’industria paterna. Verso il 1894 cominciò ad interessarsi, con il fratello Auguste, del cinetoscopio di Edison e ideò un sistema di trascinamento della pellicola in modo che scorresse a scatti regolari e potesse essere ingrandita migliaia di volte senza deformare l’immagine. La prima vera proiezione pubblica avvenne nel pomeriggio del 28/12/1895 nei sotterranei del Grand Café a Parigi. Il successo fu immenso e Louis Lumière iniziò subito a sfruttare la sua invenzione, girando film dal vero e all’aperto, attualità e documentari, tra i quali "L’uscita dalle fabbriche Lumière", "L’uscita dal porto", "La colazione del bambino" e "L’arrivo del treno alla stazione", che suscitò non poco panico negli spettatori.

In seguito, il fratello Auguste, al quale Louis attribuì il merito della scoperta del cinematografo, si disinteressò completamente di film e di fotografia e si dedicò allo studio dei grandi problemi biologici.

                                                             LA DIFFUSIONE DEL CINEMA NEL CONTINENTE EUROPEO

Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 nel settore cinematografico si ebbe un predominio francese, guidato da uomini come Pathè ed Heuzè, che riguardava soprattutto film di attualità, realisti e comici. In Inghilterra il cinema si sviluppò rapidamente anche se, in seguito, la concorrenza nel Paese non fu più temibile, poiché la produzione rimase a lungo artigianale.

Occorre evidenziare che in Europa, durante gli anni 1907–1908, il cinema attraversò una grave crisi, da attribuire soprattutto allo scarso valore dei soggetti e al disinteresse della borghesia colta. Per conquistare un pubblico più raffinato, dopo il 1908 fu lanciato in Francia il "film d’arte" che fece sfilare sullo schermo l’intero teatro francese: opere, attori e autori e che segnò l’inizio del divismo, con il quale si prova ad attirare il pubblico non tanto con film colossali e straordinari, quanto facendovi partecipare un interprete che, in posizione di primissimo piano nel film, avrebbe suscitato negli spettatori ammirazione e infatuazione. Fino al 1910 era difficile per il pubblico affezionarsi agli attori a causa della brevità delle pellicole e del fatto che, agli inizi, i loro nomi non venivano neppure resi noti. A mano a mano che i film si fecero più lunghi,  i protagonisti riuscirono a comunicare al pubblico il loro fascino e i sentimenti del personaggio che rappresentavano. Il divismo nacque, perciò, da un confluire di diversi fattori e portò una nuova popolarità al cinema.

Fino allo scoppio della prima guerra mondiale il cinema si sviluppò rapidamente in tutta Europa, progredì soprattutto in Danimarca, favorito dalle tradizioni del teatro nazionale, e da lì penetrò in Germania. In Svezia il 1909 segnò la data di nascita di un importante casa, la Svenska, orientata verso l’adattamento sullo schermo di temi nazionali.

L’industria cinematografica italiana, invece, era sorta fra il 1904 e il 1908 intorno a tre importanti case di produzione, la Cires, l’Ambrosio di Torino e l’Italia film. Essa, dopo aver realizzato documentari, si volse verso il film storico soprattutto d’ambiente romano-classico e con l’impiego di grandi mezzi. Nacquero così i "colossal”.

Al primo decennio del 900 appartengono i film colossali doppiamente suggestivi e meravigliosi. Tra questi "Cabiria" ha riscontrato un grande successo. Il regista fu Giovanni Pastrone e Gabriele d’Annunzio scrisse le didascalie che avrebbero accompagnato le immagini, ancora mute, del film.

Il cinema italiano anteriore all’ avvento del sonoro si trova in una situazione di grave disagio: l’unico intervento statale, con la collaborazione del partito fascista, è la costituzione nel1925 dell’istituto nazionale L.U.C.E., ente parastatale e poi di stato per la propaganda e la diffusione della cultura popolare. Questo istituto, i cui cinegiornali venivano proiettati obbligatoriamente in tutte le sale cinematografiche a partire dal 1926, rappresenta il più efficace mezzo del regime nel campo dello spettacolo. La tematica più ricorrente diventa il mito bellico con il conseguente elogio del patriottismo.

http://web.tiscali.it/soluzionefinale/propagfasc/propfasc04.htm

 

 Appunti in classe

http://www.itcgmontefiascone.it/novecento/c.htm

http://www.bibliolab.it/giornale/sistema10.htm

http://www.bibliolab.it/giornale/sistema6.htm

http://www.bibliolab.it/giornale/sistema2.htm

http://www.itcgmontefiascone.it/novecento/lumiere.htm

http://www.itcgmontefiascone.it/novecento/cinema1.htm

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