bibliolab - home

chi siamo attività e news la biblioteca laboratorio di lettura


mappa del sito

giochi multimedia e web laboratorio di storia laboratorio accadueo
 
CHI SIAMO > dove siamo > breve storia di Cantarana

 
il progetto Bibliolab
il progetto del sito
la rete delle scuole
dove siamo
i responsabili

Breve storia di Cantarana

  CENNI STORICI SUL TERRITORIO DI CANTARANA 

ORIGINE DEL NOME 

Vi è chi sostiene che il nome risulti un composto imperativale costruito mediante il verbo cantare ed il sostantivo rana. Significherebbe "canta, o rana" e starebbe a indicare ironicamente una località bassa e paludosa. Tuttavia appare convincente supporre un'origine completamente staccata dal verbo cantare. Il toponimo potrebbe essere connesso a radici prelatine, come *canto (in celtico bianco, palude, ruota di carro) e *rian (in celtico corso d'acqua). 

EPOCA DI FONDAZIONE 

Sul territorio del comune, accanto alla stazione ferroviaria, era collocato l'antico centro romano Musantia. Dall'analisi dei microtoponimi si ipotizza una presenza longobarda. Sono stati individuati insediamenti  medievali ( XII secolo) sul Bricco Barrano e, probabilmente sulla collina del Torrazzo. Dal Trecento si forma, nell'attuale zona detta Borgo la signoria territoriale dei Malabajla. 

ISTITUZIONE DEL COMUNE 

Una comunità si sviluppa e si organizza nel XV e XVI secolo, ma soltanto nel Seicento raggiunge piena autonomia con un territorio proprio e una sede parrocchiale. Nel Cinquecento ha ancora confini incerti, ma esiste come luogo e comunità. Dal 1561 almeno vi è un consiglio comunale regolarmente convocato. 

ABITANTI AD INIZIO SECOLO 

Nel momento dell'unificazione nazionale Cantarana ha 653 residenti, che rappresentano un balzo significativo, di circa il 50%, rispetto al dato settecentesco. La crescita, graduale e continua, raggiunge l'apice, con 1061 abitanti, nel 1911. Il punto più basso, 586 abitanti, nel 1971. 

GLI AVVENIMENTI STORICI PIU' SIGNIFICATIVI 

L'analisi del nome e di altri microtoponimi può far supporre stanziamenti preromani. Nella porzione di territorio comunale pianeggiante, troviamo traccia di insediamenti antichi: nella piana di Villafranca, vi era Musanza, conosciuto come centro stradale di epoca romana lungo la "via Fulvia" (l'attuale statale 10); nella Valle Maggiore indizi toponomastici suggeriscono stanziamenti longobardi.

Soltanto con l'età medievale compare la documentazione scritta. Fin dal XII secolo almeno, il territorio dell'attuale Cantarana faceva parte del "comitato di Serralunga" (una signoria molto ampia che arrivava fino a Dusino), di pertinenza del vescovo di Asti, poi dell'imperatore Federico Barbarossa e pervenuto poi al Comune di Asti nel 1198. Il "castrum" principale del comitato sorgeva sul colle dell'attuale Castelvè presso il Bricco Barrano, sul confine di Tigliole. Dopo il 1221 di esso non si fa più menzione nei documenti.

Nella seconda metà del Duecento il comune di Asti stabilì di edificare una "villanova" con l'intenzione di raccogliere in un solo luogo - Villafranca d'Asti - gli abitanti del circondario, sottoponendoli direttamente all'amministrazione della città. Tuttavia parti consistenti del territorio, Belotto e Cantarana, diventarono nel secolo successivo patrimoni fondiari di grandi famiglie di banchieri astigiani, arricchitisi con l'attività finanziaria oltralpe. Tra questi i Malabaila di Valgorrera, che esercitarono quindi una nuova "signoria" sull'area che corrisponde all'attuale territorio comunale di Cantarana. Al suo interno venne dunque costruito un castello (di cui di recente è stata trovata una traccia archeologica) per difendere il vasto patrimonio fondiario. Esso progressivamente arrivò quindi a distinguersi da Villafranca per un'area che corrisponde a circa tre chilometri intorno al "castrum". La comunità si andò formando nei secoli XV e XVI e all'inizio del Seicento il distacco apparve chiaro e ben definito nei suoi confini; anche la chiesa parrocchiale risultò indipendente. Il  castello andò in rovina nel XVI secolo; perciò i suoi abitatori si trasferirono nel cosiddetto Palazzasso, dove rimasero fino all'estinzione della famiglia, che confluì, al principio del Settecento, nei Cacherano-Malabajla d'Osasco.

La situazione economico-sociale del Settecento vide il netto prevalere della grande proprietà, in particolare del Conte d'Osasco. Intere zone (l'attuale Bricco Grosso e l'attuale Bricco Morra) erano aree boschive, ma resistette un piccolo nucleo di contadini indipendenti ("particolari") che coltivava grano e mais in pianura e vite in collina. Alla fine dell'Ottocento le casate nobiliari ormai in crisi vendettero tutto il patrimonio spezzettandolo in piccole proprietà. La popolazione crebbe rapidamente e si avviò una gigantesca messa a coltura di aree boschive. Nel 1932, 1300 giornate, su circa 2500, erano coltivate a vite.

Il declino successivo di questa produzione e, in generale, dell'agricoltura, fu lento nella fase iniziale e travolgente negli anni dal 1960 al 1980, sia per un fenomeno migratorio dovuto all'attrazione delle industrie dei vicini centri urbani, sia per la riduzione delle attività agricole a fonte di reddito sussidiario. 

EDIFICI E MONUMENTI STORICO-ARTISTICI  SIGNIFICATIVI 

Chiesa parrocchiale

Dedicata a San Giovanni e a Santa Dorotea, fu probabilmente edificata in conseguenza del testamento del 1398 di Abellone II Malabajla , il costruttore del castrum trecentesco. Divenne autonoma dalla pievania di Villafranca nel 1663.Fu sostanzialmente ricostruita, alla fine del Seicento, ad opera di Antonio Casto, personaggio di spicco della comunità. L'alto campanile fu eretto nel 1915 dal parroco Don Soria. 

Cappelle campestri e piloni votivi

S. Donato (Bricco Barrano, l'antica chiesa di Serralunga, ricostruita nel Novecento); S. Nazario (Bricco Grosso, chiesa antica, ricostruita nel Settecento); S. Giovanni (Torrazzo, chiesa antica ricostruita nel 1891 su nuovo sito vicino); San Rocco (Arboschio, del XV-XVI secolo, subisce vari rimaneggiamenti); SS. Trinità (Bricco Morra, costruita nel 1892); Consolata (Serralunga, ricostruita nel 1894); S. Pancrazio (Montalbruto, Bricco Barrano, costruita nel 1895).
Molti i piloni votivi sparsi su tutto il territorio (dalla fine dell'Ottocento alla prima metà del Novecento)
 

Palazzasso

Abitazione dei Malabajla e dei Conti d'Osasco a partire dal Seicento. Fu ceduto nell'Ottocento. Una parte è conservata in modo fedele all'originale. All'interno la cappella privata dei Malabajla, oggi di proprietà della famiglia Gambini. Vi è il banco seicentesco di Nynfa Rosa Malabajla. 

BIBLIOGRAFIA 

C. BONAIUTO, Notizie su Cantarana (A ricordo dei caduti nella grande guerra per la libertà d'Italia), Asti 1933

R. BORDONE, Una valle di transito nel gioco politico dell'età sveva. Le trasformazioni del potere e dell'insediamento nel comitato di Serralunga, in "BSBS" a. LXXXIII, 1975

G. CASALIS, Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino 1833 e segg., voce "Cantarana"

L. CASTELLANI, Percorsi di affermazione di una famiglia dell'aristocrazia finanziaria astigiana: i Malabaila di Valgorrera e Cantarana, in Società e storia, 63 (1994)

E. PAVIA, La comunità e il paesaggio religioso, Villafranca d'Asti 1991

E. PAVIA, Catasti: storia del territorio. Il caso di Cantarana dal 1700 ad oggi: microstoria delle trasformazioni di lunga durata di un'area antropizzata, in Asti contemporanea 4, Asti 1996

T. PLEBANO, Statistica del mandamento di Baldichieri, Torino 1832

la sede di Bibliolab

Cantarana

Asti e provincia

 

CHI SIAMO > dove siamo > breve storia di Cantarana