Un giorno sulla statale
proveniente da Torino sarebe passato Mussolini. Tutti gli scolari,
accompagnati dal maestro, vennero messi in fila lungo i bordi della
strada. Erano vestiti in divisa e tenevano in mano una piccola bandiera
che avrebbero dovuto sventolare, al passaggio del duce, in segno di
saluto. (O. N. Villafranca d'Asti, 1929)
Un bambino di fronte mi
scherniva, mi disturbava e, girandosi, mi faceva le linguacce e questo
mi irritò per qualche giorno. Si voltò per schernirmi l'ennesima volta
e io, istintivamente, soffiai nel calamaio e l'inchiostro finì sulla
sua faccia e sul suo vestito. Questo mi costò una nota a scuola e una
bella sculacciata a casa. (S. D. Cologna Veneta, 1937)
Stavo giocando a
strappacatena, nell'ora di ginnastica, e facendo questo gioco un amico
cadde e si ruppe due denti (E. C. San Paolo Solbrito, 1935)
C'era una bambina ebrea di
cui non sapevamo il nome perché era in tempo di guerra: la chiamavamo
Rosalba, ma il suo vero nome non l'abbiamo mai saputo. (A. C. Ferrere,
1931)
D'inverno ci divertivamo
molto a giocare a palle di neve, anche se a volte riuscivamo a litigare,
mentre giocavamo (F. F. Ferrere, 1929)
Noi ci divertivamo molto a
Carnevale (L. M: Cagliari, 1942)
Un giorno portai un topolino
di casa, vivo, a scuola e lo feci vedere a tutti (P. C. Senorbì, 1940) |