Feste?
C’era i Santi, Natale, Pasqua, San Giuseppe; non si facevano mai gite
(O. N., Dusino San Michele, 1929).
Ci
si riposava il sabato e la domenica e le feste nazionali (L. M.,
Cagliari, 1942).
Si
facevano le feste più importanti; si usciva, qualche volta, per andare
a delle chiese piccole, che si chiamano piloni (Ferrere, 1929).
Le
feste era quelle di legge; le uscite erano solo in cortile (A. F.,
Locri, 1934).
Mi
ricordo bene le feste: San Giuseppe, il 25 aprile per la liberazione di
Torino, il 1 maggio per la festa dei lavoratori, Pasqua, il 2 giugno per
la festa della Repubblica, le vacanze estive, Natale, l’8 dicembre per
l’Immacolata; a volte facevamo gite sulle colline (M. M., Ferrere,
1938).
Si
faceva festa a Pasqua e Natale o quando moriva un’autorità; non
c’erano gite, ma c’era ogni giorno con il sole una mezz’ora di
ricreazione all’aperto con gioco al quale partecipavano anche i
maestri (S. D., Cologna Veneta, 1937).
Si
faceva festa la domenica; qualche volta facevamo gite, magari si andava
fino all’acquedotto a piedi ( G. M., Villafranca, 1950).
No,
non capitava mai di uscire (F. F., Ferrere, 1919).
I
giorni festivi erano San Giuseppe e le festività solenni; si facevano
poche gite, si andava in campagna o in collina a visitare santuari
vicino alla scuola (E. C., San Paolo Solbrito, 1935). |