TU PASSERAI PER IL CAMINO

Vincenzo Pappalettera è l'autore e protagonista del libro. Egli era giovane, antifascista e partigiano quando fu deportato a Mauthausen. Viene sistemato nella baracca 11 e da quel momento inizia la sua tragica prigionia. Ogni giorno che passerà vedrà sempre e solo crudeltà e morte.
Le dosi di cibo scarse, provocano molte fame, la quale tormenta lui e gli altri prigionieri. Molti di loro muoiono e quindi i compagni di baracca devono portare fuori i loro corpi, tanti mucchi di cadaveri si formano nel campo. Questa è una delle atroci sofferenze patite dall'autore, cioè veder morire i propri amici nel lager. Questa non è l'unica morte esistente, tante altre ne esistono, tra cui le morti per epidemie (specialmente tifo). La fine "migliore", perché svelta è portata dalla corrente elettrica che attraversa il filo spinato che recinta il campo; tanti scelgono questa morte, per non sopportare ancora le cattiverie dei kapos ed S.S. Le morti peggiori sono le torture, che durano anche giorni e giorni; i prigionieri vengono legati ad un palo senza cibo né acqua e i kapos si divertono a frustarli. Migliaia di prigionieri vengono però uccisi nelle camere a gas o nei forni crematori.

"Tu passerai pre il camino" era la minaccia che gli aguzzini di Mauthausen lanciavano ai detenuti del lager; una minaccia cui corrispondeva morte sicura. Dopo mesi e mesi corrono voci che gli americani stanno arrivando in loro aiuto .Ormai in giro per il campo non si vedevano più i Kapos o S.S. Sono scappati tutti e i pochi rimasti sono stati uccisi. Vincenzo può passeggiare liberamente per il campo: i sopravvissuti sono pochi e molti muoiono ancora nei giorni di attesa prima che arrivino gli americani. Molti di essi stanchi di aspettare portano a piedi. Finalmente arriva un camion della C.R.I. Vengono distribuiti pacchi di cibo che però non placano la fame. I prigionieri gravi vengono mandati negli ospedali più vicini, altri muoiono, mentre i più sani vengono portati in Italia. Le prime donne che li vedono piangono, perché fanno loro pena: sono magri, scheletrici, rasati e sporchi. Gli uomini procurano loro del cibo;i bambini si nascondono. Si parte per casa, finalmente Vincenzo è libero. Il libro è stato stampato nel 1967 e la vicenda si svolge tra gli anni 1940-1945.Dopo la cattura l' autore viene deportato a Mauthausen, poi per breve tempo lo trasportano a St. Aegyd,per ritornare poi a Mauthausen.

L'autore usa uno stile un po' particolare, secondo me, perchè comincia il libro parlando della liberazione, poi al secondo capitolo inizia il racconto della prigionia. Io penso abbia impostato così il libro per evidenziare bene la liberazione e far capire che momento importante sia stato nella sua vita.

Egli scrive questo libro per lasciare una documentazione storica della vita nei lager. Questo lo posso capire, perché Vincenzo dice di essere fra i pochi che considera questo avvenimento come parte del suo passato, perciò non credo proprio abbia scritto questo libro per sfogo personale. Penso che quest'autore sia una persona dotata di molto coraggio, che dopo aver sofferto tanto è riuscito a superare questa triste fase della sua vita riuscendo a scriverne un libro e quindi ripercorrendo ricordi tristi di enorme sofferenza.