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     “IL MAESTRO DI VIGEVANO”

 

               di Lucio Mastronardi

 

                                       1962

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TEMI: Lo sviluppo dell’industria e la vita familiare si intrecciano a tal punto da dipendere l’una dall’altra. Il desiderio diffuso del facile guadagno influenza talmente la vita del personaggio  da modificarla totalmente. Il mondo provinciale è ritratto nella sua grettezza morale e nella mediocrità con cui le trasformazioni economiche e sociali, di vita, di costume e di idee, sono vissute nell’atmosfera confusa degli anni ’50/’60

 

TRAMA: A Vigevano nel periodo del boom economico  si assiste ad un grande sviluppo di fabbriche calzaturiere, e molte persone, spinte dal desiderio di benessere, investono nelle nuove imprese con la speranza di fare fortuna. Il protagonista, il “maestro di Vigevano”, insegnante in una scuola elementare  che fatica ad arrivare alla fine del mese e cerca di integrare il suo magro stipendio dando lezioni private, viene spinto controvoglia dalla moglie, donna ambiziosa  e attaccata al denaro, a lasciare il lavoro e dedicarsi , grazie alla sua liquidazione,  all’impresa . Questa scelta arriverà a modificare totalmente la vita del protagonista, che sarà funestata da eventi negativi: la morte del figlio appena nato; la scoperta del tradimento della moglie; la delazione alla polizia tributaria dei suoi affari aziendali da parte di un collega di scuola, con il quale il maestro si era incautamente confidato; infine la morte della moglie stessa che gli confiderà che Rino, sul quale aveva posto tante speranze, non è suo figlio. Questo porterà il protagonista ad allontanarsi sempre più dal ragazzo, il quale infine sarà mandato in una casa di correzione. Il maestro di Vigevano, più solo che mai, alla fine riuscirà a tornare alla scuola e riprendere il suo posto nella società a cui appartiene.

Casella di testo: Da questo romanzo è stato tratto un film dal titolo omonimo di Elio Petri con Alberto Sordi e Claire Bloom. Il film uscì nel '63 in un clima ostile: dal Provveditore agli studi di Pavia arrivò il divieto di efffetuare riprese all' interno della scuola e gli stessi insegnanti protestarono contro l' autore in quanto degradava la loro classe. Nonostante tutto, il film riuscì ad uscire ed a riscuotere un certo successo anche se il regista non ne fu totalmente soddisfattp.

 

LUOGHI E AMBIENTI: La vicenda si svolge interamente a Vigevano, tipica città della provincia lombarda, dove prospera una piccola borghesia ambiziosa, arrivista, piuttosto conservatrice e pettegola. La vita della cittadina si svolge sempre uguale, monotona, e gli unici interessi degli abitanti sono la ricchezza e l’affermazione personale, da ottenersi con ogni mezzo, anche a scapito degli altri, tanto che la grettezza e l’invidia spingono a atti indegni.

Il protagonista, un maestro, si muove e lavora in una scuola elementare: questo edificio, in cui si dovrebbe guardare solo ai principi di una buona educazione dei giovani, e si dovrebbe svolgere una alta missione, in realtà è un  luogo in cui si ritrovano insegnanti frustrati e delusi nelle loro ambizioni, interessati soltanto al denaro e ai “passaggi di livello”, che dovrebbero consentire loro un più alto stipendio e quindi uno stile di vita più agiato e più consono alla loro cultura, la quale è a sua volta frustrata dai doveri di un insegnamento sempre uguale e senza stimoli. Nella scuola, come nel mondo esterno, valgono le leggi del denaro, per cui gli insegnanti osano punire solo i ragazzi più umili, deridendoli per la loro povertà. In questo modo anche nella scuola si ripresentano in piccolo le ingiustizie della vita reale.

 

 

PERSONAGGI: Il personaggio principale del romanzo è il maestro elementare Mombelli, il quale narra in prima persona la sua vicenda. Egli è un personaggio dalla complessa personalità, che avverte la grettezza del mondo che lo circonda e sente tutto il peso di un’esistenza vuota e scialba; la monotonia della sua vita lo spinge ad una grande attenzione  per le sue abitudini, che gli sono indispensabili. Sua moglie, Ada, è una donna molto ambiziosa ed attaccata al denaro, che non gli risparmia continue accuse ed umiliazioni, definendolo un uomo debole ed incapace e disprezzando apertamente il suo lavoro di insegnante elementare. Egli sopporta le offese di lei affidandosi alla speranza di riuscire ad avanzare nella carriera, per poter vedere un giorno suo figlio Rino “funzionario di tipo A”, speranza che andrà in fumo. Attorno al protagonista ruota tutto un mondo di personaggi tragici e comici, come il direttore, personaggio grottesco e crudele, che ricatta e tiranneggia i suoi sottoposti, gli insegnanti, colleghi del protagonista, frustrati nelle loro ambizioni e chiusi in un loro guscio di ridicola rispettabilità, fatta di pettegolezzi e ripicche, e gli amici del caffè, uomini che ripetono ogni giorno gli stessi gesti e le stesse parole, sempre in attesa di qualcosa che modifichi la loro vita noiosa.

 

 

 

 

Forme e procedimenti narrativi

 

Il narratore interno, se da un lato ci permette di capire le sfumature della personalità del protagonista, dall’altro è un filtro che ci impedisce la piena comprensione dei caratteri dei personaggi, i quali sono visti soltanto dal punto di vista del narratore, il quale non comprende i sentimenti e i moti dell’animo di chi lo circonda, ma si limita a riportare nel suo racconto i fatti dall’esterno. Per questo motivo il racconto in prima persona non introduce una vera forma di consapevolezza critica, ma sottolinea le contraddizioni di un disadattamento profondo che si esprime in un’ ironia acre e in una satira impietosa. La struttura è caratterizzata da un plurilinguismo che intreccia e sovrappone forme letterarie, dialetto, gerghi e registri diversi.

Una caratteristica della narrazione è di non procedere con continuità lungo l’asse del tempo, ma di attuare alcune ellissi, che permettono al narratore  di mettere in rilievo e di narrare solo gli avvenimenti significativi che riguardano lo svolgimento della narrazione.