Il Ferroviere,

 

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1955, Pietro Germi

 

 

Regia: Pietro Germi; Genere: drammatico;

Durata: 120 minuti

 

 

Premi

Nel 1956 al IV festival Internazionale del Cinema di San Sebastian per il miglior film; 1957 Nastro d’argento per la migliore regia.

 

Temi

Il regista Germi ha saputo con questo film imporre il suo sguardo lucido e caustico su una realtà sociale in profonda trasformazione, tesa all’affermazione di nuovi principi e di nuovi valori; incurabile idealista in una società, l’Italia del dopoguerra, incline al fascino delle mode.

 

Trama

La sera di Natale, Andrea, macchinista delle ferrovie, fa, dopo il lavoro, una prolungata sosta all'osteria, dove beve abbondantemente. Rientra tardi e trova i famigliari irritati per il suo contegno; più degli altri se ne duole la figlia Giulia, che si trova in condizioni particolari. Ella incomincia a sentirsi male e darà alla luce un bambino nato morto. Il triste evento impressiona vivamente Andrea: egli ha spinto alle nozze la figliola, che sentiva di non poter piu' amare l'uomo, che pur l'aveva resa madre. L'investimento accidentale di un suicida e la mancata osservazione di un segnale di blocco provocano un'inchiesta a carico del ferroviere ed aggravano la sua crisi psichica. Intanto la famiglia si disgrega: un violento diverbio tra padre e figlia, provocato da una illecita relazione di Giulia, coinvolge anche il secondo figlio, già adulto, ma dedito a losche imprese. I due rompono ogni relazione col padre; soltanto la moglie e il piccolo Sandro gli conservano il loro affetto. Controversie di lavoro vengono a turbare le relazioni di Andrea coi compagni ed accrescono il suo isolamento, spingendolo a cercar conforto nel vino ed anche nella compagnia di donne equivoche. Il piccolo Sandro è l'unico che non ha mai perduto la sua fiducia nel padre: forte del suo puro ed innocente affetto, riuscirà a tirar fuori Andrea dal suo pessimistico abbattimento. Andrea si ammala gravemente: dopo tre mesi di letto, la sera di Natale egli vede ricostituirsi intorno l'amicizia dei suoi compagni di lavoro. Anche i due figli, che hanno risolto positivamente i loro problemi, tornano a lui.

 

 

Egli riprende la sua chitarra e dedica alla moglie una dolce serenata; ma la morte improvvisa e serena viene a chiudere le sua travagliata esistenza. 

 

Luoghi e ambienti

Il film è ambientato in una cittadina del Nord Italia e porta un contributo della realtà umana e sociale dell’Italia degli anni ‘50

 

Personaggi

Pietro Germi (il protagonista, Andrea Marcocci), Luisa Della Noce (Sara, sua moglie), Sylva Koscina (Giulia), Saro Urzì (Gigi Liverani), Carlo Giuffrè (Renato), Renato speziali (Marcello), Edoardo Nevola ( Sandre Marcocci)

 

Forme e procedimenti narrativi

Anche l’incisivo e toccante ritratto del pover’uomo e della sua famiglia, crudele come solo la vita sa esserlo, contribuisce a rendere Il Ferroviere  un‘opera sincera e, forse, ingenua, ma soprattutto autentica, al di là di ogni realismo. Il regista introduce principi morali e analisi sociologiche dando vita ad un capolavoro personale che rimane ineguagliabile sul piano emotivo. Germi, che non sempre riesce a controllare il sentimentalismo del soggetto e l’aspetto melodrammatico di alcune pagine del racconto, costruisce tuttavia una storia sanguigna, dai molteplici riflessi umani e sociali, e dà vita, anche come attore ad un personaggio sbozzato con efficacia.

 

IL FILM COME FONTE STORICA

 

Il film è ambientato nel secondo dopoguerra, in un’epoca di grandi trasformazioni sociali e culturali, ma le immagini scorrono nitide e ci fanno scorgere una realtà che, nonostante questo cambiamento, rimane ancorata ai vecchi valori: un padre padrone, una moglie sottomessa e i figli dipendenti dal volere del padre. Una figlia sposata poiché rimasta incinta, ma desiderosa di gridare la sua libertà di donna, e come tale non obbligata a rivestire ruoli che le calzano ormai troppo stretti; e un figlio che vuole affermarsi per mostrare chi è e non risultare l’ennesimo “plebeo”, e ora il momento per farlo è giunto…

Il tenore di vita è tuttavia decisamente mutato rispetto agli anni ’40, il mondo tecnologico va  evolvendosi passo dopo passo… Si stanno diffondendo mezzi di comunicazione  come il telefono; i vari messaggi pubblicitari contribuiscono ad una sovrabbondanza di informazioni, già cresciute con la comunicazione e la scolarizzazione di massa. E poi ancora lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e di trasporto quali biciclette, autobus, l’automobile, camion e treni… l’incremento della popolazione lavoratrice, e con esso anche i primi problemi legati coonessi. Il più ovvio forse, lo sciopero; vediamo tratte da questo film le immagini di uno sciopero ferroviario, a cui il protagonista non partecipa poiché bisognoso di denaro. Questo comportamento porta con sé un etichetta, affibbiata al nostro protagonista, quella di “crumiro”, ma che non lo induce a cambiare rotta, convinto che il suo viaggio lo porti nella direzione giusta. Ma questo non accade.In una società dove i fondamentali nuclei valoriali  subiscono rapidii cambiamenti, quel padre non vuole saperne di integrarsi nel mondo nuovo, rifiuta ogni forma naturale di vivere civile per rimanere nel “bunker” del suo egoismo e della sua ostilità, senza rendersi conto del fatto che quella forma di assolutismo che è intrinseca alla sua personalità lo  condurrà nella via opposta a quella desiderata. Un giorno se ne accorgerà, ma disgraziatamente troppo tardi…