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Sugli indiani

discorso di Toro Seduto

Vedete, fratelli, è tornata la primavera. Il sole ha abbracciato la terra. Presto vedremo i figli del loro amore.
Ogni seme, ogni animale si è destato. Anche noi siamo stati generati da questa grande forza. Per questo riteniamo che anche gli altri uomini e i nostri fratelli animaliabbiano il nostro stesso diritto di vivere su questa terra.
Ma ascoltate, fratelli. Adesso abbiamo a che fare con un'altra razza. Erano pochi e deboli, quando i nostri padri incontrarono i primi di loro; ora però sono grandi e sono forti e arroganti.
E' strano, ma vogliono arare la terra, e sono malati di avidità.
Hanno fatto molte leggi, e queste leggi i ricchi possono infrangerle e i poveri no. Nella loro religione i poveri pregano e i ricchi no. tolgono denaro ai poveri e ai deboli per sostenere i ricchi e i potenti. Dicono che la nostra Madre, la Terra, è di loro proprietà; e costruiscono recinzioni per allontanare i vicini dalla loro Madre. Insudiciano nostra madre con le loro case e la loro spazzatura. La costringono a generare quando non è il suo tempo. E quando non dà più frutti la riempiono di medicine affinchè generi ancora. Ciò che fanno non è sacro.
Sono come un fiume in piena. In primavera esce dagli argini e distrugge tutto ciò che trova sul suo cammino.
Non possiamo vivere fianco a fianco. Sette anni fa abbiamo stipulato un trattato con l'uomo bianco. Ci ha promesso che la terra dei bufali sarebbe stata nostra per sempre. Adesso minaccia di prenderci anche quella. Dovremmo cedere, fratelli? o invece dire loro: Dovrai uccidermi prima di impossessarti del mio paese.

Pare che il discorso sia stato pronunciato nel 1866 in un consiglio indiano e è stato riportato da Charles Eastman che era un Sioux, medico presso la Pine Ridge Agency (che non so cosa sia, per il momento). Costui ha scritto un libro di memorie, anche se alcuni ne mettono in discussione la credibilità. L'autore del libro da cui ho tratto il discorso sostiene che però non ci sono ragioni per dubitare dell'autenticità delle parole di Toro Seduto.

Il testo è tratto da LA TERRA E' LA NOSTRA MADRE , a cura di William Arrowsmith e Michael Knort, ed. Newton & Compton, 1998.