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Sul lager

Il campo di Fossoli

Fossoli, nelle vicinanze di Carpi, in provincia di Modena, era stata prescelta come sede di un campo di concentramento fascista, noto come "Campo prigionieri di guerra n. 73", destinato a raccogliere prigionieri di guerra, soldati e sottufficiali alleati.

Ai primi di settembre 1943 il campo è smobilitato, e i militari ancora detenuti inviati verso i campi di prigionia in Germania.

Subito dopo iniziarono i lavori di ampliamento. Quando arrivarono i primi 827 ebrei, le nuove strutture non erano ancora pronte, tanto che si dovette accogliere parte dei deportati nelle strutture dell'ex campo militare.

Il campo nuovo, che all'inizio del 1944 fu preso sotto la diretta responsabilità tedesca, era di forma rettangolare ed era circondato da tre file di reticolati. All'interno le baracche dei deportati erano in legno e in muratura.

Il campo di Fossoli rimase in attività per circa 7 mesi. Di qui transitarono migliaia di ebrei e di oppositori politici, in massima parte poi indirizzati verso i campi di sterminio della Germania e della Polonia.

Il primo grande trasporto, composto quasi tutto di ebrei, è quello segnalato da Primo Levi, che partì da Fossoli il 22 gennaio 1944. Numerosi altri seguirono, diretti a Mauthausen, Bergen Belsen e a Auschwitz.

Già ai primi di agosto il campo era stato praticamente svuotato, e i deportati residui trasferiti a Bolzano, dove si trasferirono anche i massimi responsabili, Haage e Titho.

A Fossoli avvennero alcuni gravissimi delitti ad opera delle SS, il più grave dei quali è la fucilazione di 68 deportati, partigiani e antifascisti, avvenuta il 12 luglio. Sull'episodio pubblichiamo la rarissima testimonianza di Alba Valech Capozzi, presente nel campo in quei tragici giorni. Poche settimane prima era stato trucidato Leopoldo Gasparotto, eroe della Resistenza, militante di spicco del Partito d'Azione.

Alcune strutture del campo, in pessime condizioni, esistono ancora. Negli ultimi anni è cresciuto il movimento che chiede la salvaguardia di questo documento essenziale della storia della deportazione italiana. E da qualche tempo vengono organizzate visite guidate e si cura una minima manutenzione dell'area.

Intanto a Carpi, nel Castello dei Pio, è stato allestito dal 1973 il "Museo monumento al deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti".

Queste notizie sono tratte dal sito www.deportati.it,