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La terza guerra d'indipendenza

Dal 1861 al 1876, nei primi anni successivi all’unità d’Italia, la politica estera del governo italiano, guidata dalla DESTRA STORICA, puntava al compimento di due obiettivi precisi.

Mentre il primo era quello di dover completare l’unità annettendo il Veneto, il secondo obiettivo era quello di inglobare Roma nello stato italiano.

Per questo strinse un patto con la Prussia che, volendo allargare la sue egemonia agli stati della Confederazione germanica, si poneva in contrapposizione con l'Austria.

Per quanto riguarda il Veneto, l’Austria, preoccupata di una nuova guerra, offrì la cessione della regione all'Italia in cambio di neutralità italiana ma il generale Lamarmora respinse la proposta al fine di tenere fede all’ alleanza con la Prussia.

Il 1866 fu per l’Italia un anno di grandi sconfitte belliche in quanto prima a Custoza poi a Lissa, prima per terra e poi per mare, fu sconfitta.

Solo Garibaldi con la spedizione delle camicie rosse si aprì una stada per Trento vincendo a Bezzecca.

Garibaldi fu obbligato però a ritirarsi dai territori occupati a causa dell’ armistizio tra Prussia e Austria: il Veneto fu conquistato e annesso all’ Italia.

Gli austriaci tuttavia si rifiutarono di consegnare i territori all'Italia, non avendola mai confitta in battaglia. Furono così affidati alla prussia che, a sua volta, li concesse all'Italia

by Russo

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