Dopo l’analisi del testo, si invitano i ragazzi a dare una
rappresentazione grafica al viaggio di Leopardi, tenendo presente che
l’unico dato misurabile è il punto A (luogo del colle e della siepe) punto di
partenza... e di arrivo, rappresentato dal cespuglio fiorito. La faccina
invece rappresenta il poeta, che può essere opportunamente spostato, per evidenziare il tragitto descritto nei versi, la
retta ha la funzione di aiutare i ragazzi alla comprensione e alla rappresentazione
di coordinate spazio- temporali, infine la figura di un 8 rovesciato (il simbolo dell’infinito in Matematica)
graficamente e idealmente, racchiude tutto dentro di sé. Così i ragazzi
attraverso la riflessione e “calcoli giocosi” (per es. 1= poeta moltiplicato per
l’infinito) dovrebbero giungere al risultato che poeta e infinito coincidono, che l’infinito
è dentro di lui e che l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo trovano
armonia in Leopardi, che è anche un appassionato astronomo.
Problema
Può una retta rappresentare il tragitto compiuto dal poeta? Può condurre all’infinito? E, per tornare
indietro nella siepe o andare a ritroso nel tempo, per poi tuffarsi
decisamente nell’infinito, è sufficiente una retta? Forse ci aiuta il simbolo dell’infinito: