Anna Rita Vizzari (23-05-2002 22:08)

Con il presente intervento rifletto sulle problematiche proposte dalla Moderatrice nell’intervento precedente “Riflessioni sull’argomento proposto”. Il sito la cui analisi ci è stata proposta da Patrizia Vayola (http://holywar.org/italia/revis/Faurisson.htm), senz’altro interessante per i contenuti, è a mio avviso, dal punto di vista tecnico, quel genere di lavoro che lei stessa definisce un “falso ipertesto”, non essendo niente più di un testo, articolato semplicemente in: una premessa con indicazioni biografiche sul personaggio intervistato, una sequela di domande e relative risposte, due note a pié pagina il cui riferimento è di difficile reperimento.
Nel precedente intervento ho proposto alcune caratteristiche che un ipertesto deve avere per essere didatticamente efficace: ebbene, in questo sito si nota particolarmente l’assenza dei seguenti elementi: un’integrazione di parti interattive, un’interfaccia di agevole fruizione, una possibilità di lettura su diversi piani (esso è fruibile soltanto da chi possieda un buon livello di preparazione sull’argomento, inoltre è troppo complesso per essere utilizzato in una terza media anche per un’attività di approfondimento/potenziamento).
Non è presente un cenno di “ipertestualità”: non esiste alcun collegamento interno o esterno, alcun rimando che possa implicare un percorso di lettura diverso da quello lineare, tipico del testo stampato: il lettore non può che effettuare una “lettura passiva”, essendogli impossibile realizzare un itinerario di consultazione differente sulla base di associazioni stabilite da lui stesso. L’unico dettaglio che spezzi la monotonia è costituito dal ricorso al neretto e al corsivo per evidenziare alcune parti (rispettivamente i concetti importanti e le domande).
Proprio per la totale assenza di interattività ritengo sia più agevole leggere un testo del genere stampato piuttosto che consultarlo sullo schermo di un computer: e allora qual è la differenza con il prodotto cartaceo? Questo è un altro motivo per cui ritengo che tale sito sia pressoché improponibile a un ragazzo di terza media che stia svolgendo una ricerca sull’antisemitismo: egli dovrebbe essere veramente molto motivato per affrontare la lettura di un simile lavoro. D’altro canto mi rendo anche conto che tale opinione può derivare dal fatto che, in soli 3 anni di insegnamento, non ho mai avuto una terza media (finora soltanto due prime e una seconda, sempre tempo prolungato).

Rispondere alla prima domanda (“Cosa deve già sapere e saper fare un alunno, sulla metodologia di analisi dei siti prima ancora che sui contenuti storici, per poterlo valutare?”) è arduo. Ritengo che un sito possa essere valutato dagli alunni secondo diverse prospettive a seconda del livello cognitivo: dal punto di vista prettamente tecnico serve che l’alunno abbia un minimo di competenza sull’uso del computer in generale e sulla consultazione di materiale interattivo in particolare, mentre dal punto di vista delle competenze è importante che egli sappia analizzare e confrontare (perché si renda conto delle differenze fra un sito e l’altro) nonché problematizzare e astrarre (perché possa ipotizzare quali caratteristiche un sito deve a suo avviso avere ai fini di un’agevole consultazione).
Veniamo così alla seconda domanda (“Come un simile sito può essere utile a fornire strumenti di analisi critica?”): esso può essere utile appunto nella misura in cui (espressione odiosa ma qui utile) viene “sottoposto” alla valutazione e alle critiche costruttive degli alunni stessi: l’insegnante può mostrarlo agli alunni e chiedere loro sia di segnalare eventuali difetti (pars destruens), sia di proporre i rimedi (pars construens), indicando le caratteristiche che avrebbero voluto trovare nel sito; tale lavoro si può svolgere secondo la metodologia del problem solving.

Ho già avuto modo di dire alla Moderatrice che nel realizzare ipertesti, generalmente, non inserisco molti link interni in quanto li associo alle note a pié pagina (che considero, anche se utili, degli ostacoli alla lettura), ma un sito del genere converte definitivamente anche una persona con i miei pregiudizi.
Non è certo necessario mettersi nei panni degli alunni meno motivati, per auspicare l’inserimento di numerosi link e richiami concettuali.
Se dovessi modificare il sito, l’unico elemento che lascerei inalterato è la struttura su una sola pagina; ecco invece quali modifiche apporterei, prescindendo da elementi quali immagini e suoni:
1) distinguerei in modo più marcato la biografia dall’intervista,
2) inserirei all’inizio della pagina le singole domande - per fornire una visione d’insieme - con i collegamenti alle rispettive risposte,
3) introdurrei collegamenti interni fra una parte e l’altra, sulla base di diversi tipi di nessi logici,
4) lascerei le note a pié pagina, ma accessibili tramite un link accanto ai termini che specificano,
5) aggiungerei un glossario finale relativo ai concetti difficili,
6) inserirei dei link esterni riferiti a siti sull’argomento.

Per ricavare informazioni dal presente sito, un alunno deve possedere, a mio avviso, alcuni prerequisiti. Innanzitutto, sarebbe richiesta la capacità di concentrazione, ma partiamo dal presupposto che lo studente non abbia voglia o tempo di leggere il documento (se scritta in caratteri di 14 punti, tale intervista si sviluppa in 23 pagine) neppure incentrando l’attenzione sulle parole evidenziate in neretto o in corsivo, vediamo quali conoscenze e competenze deve possedere:
1) capacità di individuare le parole–chiave utili ai fini della ricerca prefissata, per esempio “sterminio” o “camera a gas”,
2) dimestichezza con gli strumenti di ricerca del computer, nel caso specifico del comando “Modifica – Trova (in questa pagina)” per poter reperire le parole-chiave individuate e leggere le parti strettamente collegate ad esse.

Vedo che mi sto dilungando.
Un saluto.