| Anna Rita
      Vizzari (13-04-2002 22:08) L'ultimo
      argomento proposto dalla Moderatrice (come fornire le competenze
      necessarie all’analisi critica di un sito web di storia e dei suoi
      contenuti?) è particolarmente scottante e impegnativo, pertanto le
      riflessioni cui sono approdata sono senza dubbio incomplete, “in
      fieri” e passibili di modificazioni: le inserisco subito nel Forum per
      “rompere il ghiaccio”. Allego
      il presente testo per chi preferisce visionarlo off line. Essendomi resa
      conto del fatto che nei precedenti interventi ho dato per scontati degli
      aspetti da me già trattati negli elaborati finali dei primi 2 laboratori
      (in passato inseriti in un forum dell’area generale), stavolta
      inserisco, laddove utile, alcune parti di quegli elaborati. A
      proposito del materiale interattivo utilizzabile per la didattica della
      storia, vorrei fare una distinzione fra materiale su CD-rom e materiale
      edito su Internet. In ciascuno dei due casi esistono svantaggi: 1)
      per il Cd-rom, l’impossibilità di un aggiornamento regolare e continuo, 2)
      per Internet, l’inaffidabilità delle informazioni reperibili, in quanto
      non esiste un controllo che garantisca l’affidabilità (chiunque può
      pubblicare su Internet qualsiasi cosa e i ragazzi possono accedervi senza
      ostacolo). D’altro
      canto, i vantaggi sono i seguenti: 1)
      per il Cd-rom, la maggiore ricchezza di percorsi, di multimedialità: la
      rete è lenta e non si possono appesantire le pagine web con elementi
      quali filmati, suoni, eccessive immagini. 2)
      per Internet, la continua possibilità di aggiornamento delle
      informazioni. Provo
      adesso a individuare le caratteristiche che un ipertesto deve avere per
      essere didatticamente efficace (nella consapevolezza di poter omettere
      qualcosa di importante): 1.
      l’attendibilità dei contenuti, naturalmente, 2.
      la contestualizzazione spaziale di eventi e fenomeni, con l’integrazione
      di cartine geografiche e tematiche; 3.
      la trattazione degli argomenti sia in un’ottica sincronica sia in
      un’ottica diacronica; 4.
      l’integrazione di testi e immagini (tipologie comunicative già presenti
      nei libri) con animazioni reali (per la storia contemporanea) o
      ricostruite (per la storia non contemporanea), giochi o esercizi
      interattivi che consentano ai discenti di effettuare un’autoverifica di
      quanto appreso; 5.
      la possibilità di una consultazione e lettura su diversi livelli
      (garantita da una molteplicità di collegamenti), in modo che una persona
      con poche cognizioni sull’argomento abbia la possibilità di apprendere,
      mentre una persona già informata possa sviluppare e approfondire quanto
      le interessa 6.
      un’interfaccia di agevole fruizione. In
      una tabella inserita nell’elaborato finale del Lab 2 avevo preso in
      esame i problemi che scaturiscono dalla consultazione del materiale
      interattivo: non essendoci la possibilità di inserire una tabella nel
      presente intervento, scrivo prima i 4 problemi individuati, poi le
      rispettive strategie, infine i risultati che si conseguono. Chi ha fretta
      può saltare direttamente ai punti 4 di ogni voce (se questo fosse un
      ipertesto, ci sarebbero i link che consentirebbero di saltare).              
      A) PROBLEMI: lo studente può… 1)
      … pensare di essere stato abbandonato dall'insegnante, 2)
      … utilizzare il materiale interattivo in modo passivo o saltare da una
      pagina all'altra svolgendo un percorso dispersivo, 3)
      … perdersi nel “mare magnum” degli indirizzi dei siti internet, 4)
      … sentirsi a disagio di fronte alla presenza di teorie diverse sullo
      stesso argomento.               
      B)
      SOLUZIONI: … l’insegnante deve… 1)    … diluire nel tempo le attività con l'ipertesto
      affinché (e qui riporto esplicitamente dalle lezioni via e-mail di “Farescuola”):
      “il quadro generale dell'argomento risulti anche da altre fonti; lo
      studente abbia la possibilità di acquisire altre informazioni e di
      chiedere spiegazioni; l'insegnante possa monitorare le attività e
      verificarle”… 2)    … motivare l'alunno e razionalizzare il percorso
      (sia fissandone i tempi sia corredandolo di esercizi sia assicurandosi del
      livello raggiunto, fornendo all'allievo un feedback positivo) 3)    … aiutarlo, durante la navigazione, a individuare
      subito gli indirizzi più utili ai fini della ricerca prestabilita… 4)    … insegnare che è possibile la coesistenza di
      saperi contraddittori…               
      C)
      CONSEGUENZE: … l’allievo… 1)    … si sente seguito dall'insegnante. 2)    … comprende che l'autoformazione è assistita e
      guidata e diventa artefice consapevole del proprio itinerario di
      ricerca/apprendimento. 3)    … acquisisce padronanza dei sistemi di ricerca
      delle informazioni. 4)    … comprende come accedere in modo critico alle
      fonti. Ma
      non ho specificato in quale modo si possa accedere in modo critico alle
      fonti, dandolo per scontato: ebbene, il presente quesito proposto dalla
      Moderatrice problematizza un aspetto che sembrava facile e mi consente di
      ragionarci ulteriormente per rimettere in discussione ciò cui ero
      approdata. Per
      fornire le competenze necessarie all’analisi critica di un sito web di
      storia e dei suoi contenuti, ritengo che si debba ricorrere ai
      procedimenti inevitabili in qualsiasi operazione di ricerca storica che
      sia scientifica, critica e non pedissequa: 1)            verificare,
      insieme agli alunni, l’attendibilità del sito considerandone le
      caratteristiche principali, 2)    guidare gli alunni alla lettura della bibliografia:
      un sito serio dovrebbe indicare fonti archivistiche, bibliografiche e
      telematiche utilizzate, 3)    invitare gli alunni al raffronto fra il sito web
      esaminato e altri lavori - cartacei e telematici – sullo stesso
      argomento (ricorrendo alla strategia euristica e al metodo comparativo). Per
      la VERIFICA DELL’ATTENDIBILITÀ DEL SITO, gli alunni verranno guidati
      dall’insegnante all’analisi di alcune caratteristiche fondamentali,
      individuate da Serge  Noiret
      ne “La didattica della storia su Internet”, su
      http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/3.htm (in questo caso non
      mi pongo il problema dell’attendibilità in quanto si tratta di
      riflessioni che condivido): 1)
      le competenze dell’autore (è uno studioso qualificato?), 2)
      la reputazione dell’editore (il materiale è accreditato da un istituto
      noto o fa parte di una pagina personale?), 3)
      il tenore del testo e lo scopo delle affermazioni (se ad esempio, aggiungo
      io, sono di carattere propagandisco e quindi fazioso). Per
      la LETTURA DELLA BIBLIOGRAFIA, è necessario innanzitutto che gli alunni
      conoscano il “vecchio discorso” delle fonti originali, dalle quali si
      ricava e costruisce il sapere storico (essi dovrebbero avere
      l’opportunità di vederne e utilizzarne qualcuna di persona, recandosi
      ad esempio nei musei o negli archivi del territorio, rispettivamente per
      le iscrizioni d’età classica e per i documenti
      medioevali/moderni/contemporanei). Gli alunni sapranno inoltre distinguere
      fra enciclopedia, monografia, articolo, saggio eccetera. Per 
      RAFFRONTARE IL SITO E ALTRE FONTI gli alunni verranno “forniti”
      da parte del docente dei seguenti prerequisiti: a)
      la consapevolezza dell’esistenza di diverse versioni e interpretazioni
      (alcune attendibili, altre inattendibili), b)
      la capacità di distinguere le diverse implicazioni di una descrizione,
      una narrazione (entrambe le quali possono essere oggettive o soggettive) e
      un’interpretazione/teoria (indubbiamente soggettiva, anche se
      argomentata in modo inappuntabile), cosa che si ottiene
      interdisciplinarmente, col supporto dell’Italiano, considerando le
      diverse tipologie testuali  A
      proposito della consapevolezza dell’esistenza di diverse versioni e
      interpretazioni, ecco che cosa mi è capitato in una prima media dopo un
      mio discorso sulla molteplicità di interpretazioni: un alunno, nel
      consultare un dizionario mitologico, ha osservato: “Su questa dea ci
      sono diverse interpretazioni: nella voce 1 si dice che X è figlia di Y,
      nella voce 2 che è figlia di Z”. Gli ho spiegato che le diverse voci in
      un qualsiasi dizionario non indicavano le diverse interpretazioni, ma allo
      stesso tempo ho manifestato soddisfazione per il fatto che si fosse posto
      il problema della DIVERSA INTERPRETAZIONE. Tale
      procedimento è probabilmente “destabilizzante”, in quanto demolisce
      le certezze del discente e insinua il dubbio, ma necessario ai fini di un
      vaglio critico e corretto delle fonti, cartacee o telematiche. Sono
      sicura che nel rileggere il presente testo mi verranno in mente diverse
      altre cose, ma era mia intenzione semplicemente fornire uno spunto, non
      esaurire un argomento così profondo e problematico. Un
      saluto. Anna
      Rita Vizzari |