Laura Gelormini (02-04-2002 20:49)

Credo che l'utilizzo di nuovi strumenti sia molto utile, soprattutto perchè è diventato un problema comune (vi chiedo conferma) riuscire a mantenere viva la curiosità dei ragazzi nei confronti di questa disciplina, vissuta spesso come sorpassata, inutile e noiosa. "Perchè dobbiamo studiare la storia?" è la domanda ricorrente che sottointende una visione distorta della disciplina. Un approcio alla storia attraverso, per esempio. la ricerca su internet rende meno noiosa la materia e la presenta come compatibile con i nuovi strumenti. Viceversa si crea l'occasione per insegnare loro come fare un buon utilizzo dei nuovi mezzi, aspetto non trascurabile. Ciò comporta, infatti, la presenza costante dell'insegnante che aiuta gli alunni nel selezionare le informazioni utili nel mare infinito delle notizie fornite in rete. Il rischio è di dimenticare il buon libro di testo e nel contribuire a far apparire il tradizionale testo scritto come antiquato e sostituibile. Penso, quindi, di fare un uso moderato delle tecnologie, affiandole a metodologie d'insegnamento più tradizionali. Anche la realizzazione di ipertesti può aiutarci: al simposio ne sono stati presentati molti, realizzati da scuole di diverso grado. Uno, in particolare, mi ha colpito per la sua completezza e complessità: una scuola superiore ha realizzato un ipertesto con tema il medioevo. Il lavoro sviluppava molteplici aspetti: quello storico, politico, religioso, finanziario, musicale, artistico. In questo modo nel progetto sono stati coinvolti i docenti di tutte le materie, permettendo alla storia di essere punto di partenza per un lavoro interdisciplinare di grande interesse. L'insegnante ci confermava che il più grande successo è stato aver creato un interesse per la disciplina in ragazzi che prima non ne provavano affatto. I miei dubbi sono riguardano soprattutto la difficile compatibilità tra la realizzazione di un progetto tale, i tempi a nostra disposizione e la vastità del programma da svolgere.