Caterina
Di Cerbo (20-05-2002 12:23)
Il laboratorio di storia
Credo siano ormai in molti a ritenere
necessario un profondo rinnovamento nella didattica della storia per
fornire ai ragazzi quella conoscenza del passato che consenta loro di
scoprire le proprie "radici", capire il presente, e progettare
un futuro che corrisponda alle scelte culturali, professionali e sociali
nelle quali si esprime la loro identità. Bisogna smettere di insegnare la
storia come se questa disciplina non fosse che un insieme di fatti
accertati: eventi, nomi, date e dati in successione, che lo studente può
unicamente imparare a memoria senza che gli sia chiaro il perchè. Di
qualunque cosa si parli, la storia rimarrà una materia mortalmente
noiosa, se alle vicende del passato non si cercherà di dare un senso,
interrogandosi sulle loro cause, sulle loro conseguenze, sul loro
significato.
L'insegnante, a mio parere, deve abbandonare la funzione tradizionale di
trasmettitore di conoscenze e porsi come mediatore di "sensate
esperienze" in una dimensione di laboratorio; egli deve costruire con
la classe concreta che ha davanti il curricolo didattico, articolato in
moduli, che dovrà portare la classe all'acquisizione degli obiettivi
significativi individuati.
La definizione dei nodi fondamentali, o dei saperi irrinunciabili,
effettuata con i colleghi dell'area disciplinare, con eventuali
collegamenti interdisciplinari, è il punto di partenza utile e necessario
per la progettazione del curricolo.
Per quanto riguarda la storia generale, sembra inevitabile il superamento
della modalità esclusiva della narrazione dei fatti, con la
consapevolezza che gli avvenimenti non sono che la superficie della
materia da conoscere, che non si può conoscere a fondo tutto e che,
quindi, si deve ricorrere ai "grandi quadri d'insieme", alle
"cornici" in cui inserire quelle ricerche e quegli
approfondimenti che la soggettività dei docenti e degli studenti
ritengono significativi.
Una considerazione è che non dovrebbe esserci separatezza, e tanto meno
contraddizione tra il curricolo e le attività di laboratorio.
Contraddizione e separatezza corrispondono al modo di vedere di quanti
ritengono che il laboratorio, le tecnologie didattiche sono, in fondo,
occasione di evasione o momenti di distensione connessi agli studenti per
fargli ingoiare il rospo della lezione frontale tradizionale. Si tratta di
convincersi che la conoscenza significativa è una costruzione sociale, in
costante rielaborazione, effettuata da chi apprende a seguito di una
propria motivazione, mediante il metodo per apprendimento per scoperta.
Caterina Di Cerbo__________________
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