Giulia
Aiazzi (06-04-2002
12:17)
...Nella mia pur breve esperienza, in
alcuni casi svolta "a tentoni" (orribile pensare che
l'insegnante proceda in questo modo, ma l'insegnamento è pur sempre una
sorta di attività sperimentale..) ho notato, già a partire dalla
nascita della terra e dell'universo, che i bambini imparavano di più e
meglio con una lezione a schemi.
La spiegazione classica affiancata ad ipotesi, discussioni, azione se poi
terminava con la solita lezioncina discorsiva dettata non era
soddisfacente per nessuno. Solo i più attenti ricordavano la settimana
successiva come avevamo ragionato in classe.
Così ho pensato di semplificare ma anche razionalizzare la lezione e
anche i discorsi scritti sul quaderno, che da discorsi si sono trasformati
in schemi, nuclei concettuali, simili all'ipertesto, in fondo, e ad una
mappa concettuale che mano a mano si diramava a partire dalle parole
chiave. Aggiungere dei piccoli disegni per ogni frazione della struttura
non ha fatto male ai bambini, ma li ha aiutati a fissare meglio le idee.
Lo schema non impoverisce il discorso orale nè il ragionamento,
perchè somiglia ai processi del pensiero, ma in più li ordina.
Personalmente sono contenta di questo lavoro e mi ha fatto piacere
ritrovare nell'articolo conferme al mio metodo di insegnamento, ma non sto
raccontando tutto ciò per bearmi, bensì per chiedermi: l'apprendimento
dei bambini è lasciato così alle intuizioni dei loro insegnanti?
Potrebbero esserci metodi ancora migliori, e mi farebbe piacere
conoscerli....
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Giulia
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