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storia delle donne - TAPPA 3

ARTICOLO 1

  di Agnese Argenta

“Provincia di Asti” – 07/06/41

Motivi di vita fascista

Donne in pantaloni

 

   Specialmente in questa primavera sono numerose le donne che adottano i pantaloni lunghi e li sfoggiano con estrema disinvoltura non soltanto in quelle ore della giornata che dedicano allo sport.

   A proposito di questa moda, anche se non richiesto, anzi proprio per questo, noi vogliamo esprimere il nostro giudizio.

   Le donne in pantaloni, queste donne invertendo l’ordine tradizionale, intendono far concorrenza agli uomini anche in maniera di abbigliamento, non riscuotono le simpatie di noi uomini, almeno di noi uomini italiani.

   Forse in America le donne in pantaloni saranno gradite e necessarie; ma la funzione della donna in America è tutt’altra. In Amerca la donna aiuta il marito signor Presidente della Repubblica a fare la campagna di pubblicità per la rielezione all’alta carica; in America la donna fa il Direttore di Bnca, il pugilatore, il gangster, il marinaio e lo sceicco. Ma in Italia non è mai accaduto nulla di tutto questo. La donna italiana, pur non essendo da meno della donna americana, anzi proprio per questo, ha ritenuto nei secoli dei secoli che la sua funzione essenziale fosse quella di vivere nella famiglia e per la famiglia; di uscire fuori dalla famiglia solo quando un’altra famiglia o altre famiglie richiedessero le sue cure amorevoli e affettuose di madre. Anche la partecipazione della donna fascista alla vita politica è intesa esattamente in questo senso. A quale  opera i Fasci femminili chiamano la donna se non ad una opera che esalta quotidianamente il sentimento di maternità della donna fascista, facendona entrare nel vivo di altre famiglie che hanno bisogno di affetto, di cure, di guida e di assistenza?

   Che in America le donne portino i pantaloni lunghi e si mascolizzino non soltanto negli abiti ma nell’atteggiamento e nel carattere sì da divenire nei confronti degli uomini delle concorrenti e dele rivali, nessuna meraviglia. Ma altrettanto non può e non deve assolutamente avvenire in Italia. Perché senza la donna tutta donna, madre sorella sposa, la vita è vuota, e la razza decade nel numero e nella virtù dei suoi figli.

   Perciò bisogna troncare sul nascere una moda che deturpa grazia tradizionale delle donne italiane, e fa torto alla loro intelligenza.

Nel guardaroba della donna italiana i pantaloni con risvolto alle caviglie e correggia alla cinta non possono dunque trovar posto. E tutte le volte che noi incontriamo per le strade una donna italiana con simile abbigliamento pensiamo che essa osia sbarcata da lidi lontani oppure voglia cambiare nazionalità.

   I pantaloni, soprattutto in questo momento, servono a noi uomini: e da portarsi con stivali o scarpe da montagna per andare in guerra.

   Se qualche donna vi fosse non ancora conscia degli effetti deleteri della mascolizzazione del sesso gentile, la invitiamo a leggere le bellissime pagine del capitolo “Il femminismo” contenuto nel volume “Rivista Ideale” di Alfredo Oriani. E’ questo un capitolo che, a somiglianza dell’altro intitolato “Delle bassure dell’amore moderno”, vorremmo leggessero tutte le donne italiane.

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