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SI
CHIAMAVA
ANNA FRANK
Annelies Marie Frank (in
famiglia detta Anna) nacque il 12 giugno 1929
a Francoforte da un'agiata famiglia di ebrei tedeschi.
Dopo le leggi razziali del 1933, fu costretta a
emigrare in Olanda con la famiglia, ma con lo
scoppio della guerra, nel 1939, anche l'Olanda fu occupata dai tedeschi.
Il padre di Anna allora predispose un alloggio
segreto nel magazzino annesso alla sua azienda.
Si trasferirono lì nel luglio del 1942 insieme alla famiglia Van Daan
e, successivamente, al dottor Dussel.
Vissero reclusi nel nascondiglio fino al giorno dell'arresto nell'agosto
del 1944, aiutati, per procurarsi il necessario per vivere, da alcuni
dipendenti del signor Frank.
Anna, quando ha iniziato a scrivere il diario,
aveva 13 anni, era abbastanza alta, magra e aveva i capelli neri che le
arrivavano fino alle spalle.
Aveva l'aspetto intelligente, gli occhi scuri e vivaci.
Era una ragazza allegra, carina e generosa.
Le piaceva molto scrivere, ma pensava di non essere brava, perciò
voleva imparare a scrivere bene per diventare una scrittrice da grande.
Nel diario, poche settimane prima della cattura, Anna scrive:
"E' UN GRAN
MIRACOLO CHE IO NON ABBIA RINUNCIATO ALLE MIE SPERANZE PERCHE' ESSE
SEMBRANO ASSURDE….NONOSTANTE TUTTO IO CREDO ANCORA NELL'INTIMA BONTA'
DELL'UOMO…"
Da queste parole si capisce
che Anna non era capace di odiare neppure le persone che perseguitavano
lei, la sua famiglia e tutti gli altri ebrei.
LA VITA DI ANNA, DELLA SUA
FAMIGLIA, DELLE SUE AMICHE, COME QUELLA DI TUTTI GLI EBREI DELL'EPOCA,
FU SCONVOLTA E IN MOLTISSIMI CASI DISTRUTTA, SOLO PER IL FATTO CHE ERANO
EBREI, PERCHE' HITLER E I NAZISTI AVEVANO DECISO DI STERMINARE TUTTI GLI
EBREI.
 
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